Palermo, Prusst, affari & cemento fuori legge

Il nome, anche se con una “s” in più ricorda quello del grande scrittore francese autore della “Ricerca del tempo perduto”. A Palermo, però, soprattutto dalle parti di Palazzo delle Aquile, sede del consiglio comunale, la parola “Prusst” è sinonimo di grandi affari. Meglio in barba alle norme e ai regolamenti. Sulla carta, insomma, i Prusst sarebbbero Programmi di riqualificazione urbanistica. In realtà, i due Prusst che stamattina il consiglio comunale della città potrebbe cominciare a discutere – il primo riguarda Borgovecchio,il secondo piazza Vittorio Veneto – hanno poco a che vedere con la riqualificazione e molto, invece, con la speculazione.
Appena due giorni fa la consigliera comunale di Un’Altra storia, Nadia Spallitta, che tra le altre cose è anche presidente della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile, esprimeva “preoccupazione” per il tentativo, portato avanti dalla maggioranza di centrodestra (solo dalla maggioranza?), di imprimere un’accelerazione all’approvazione di questi due Prusst.
Quali sarebbero i punti ‘qualificanti’ di questi due progetti di ‘riqualificazione’, o presunti tali? Il primo -Borgovecchio – prevede la realizzazione di 56 appartamenti e 23 locali commerciali. “Le anomalie dell’atto sono molteplici – sottolinea la presidente della commissione Urbanistica del Comune di Palermo –. In primo luogo non è ben chiaro perché si parli di Prusst e si sia applicata all’atto la procedura privilegiata ed in possibile variante dei Prusst. Infatti l’intervento ha per oggetto la realizzazione di appartamenti Orbene gli uffici, con un quasi contestuale parere, hanno escluso altre proposte di Prusst (ad esempio quelle presentate dalla Keller) ritenendo appunto incompatibile con la politica del Prusst la realizzazione di appartamenti. In secondo luogo, la ditta proponente non è la proprietaria, né ha la disponibilità dell’area, tant’è che si prevede l’espropriazione di immobili di proprietà altrui (l’intervento riguarda una superficie di circa 14 mila metri quadrati)”.
“Ancora una volta – aggiunge Nadio Spallitta – esiste un’evidente disparità di trattamento perché, anche in tempi recenti, l’amministrazione si è espressa in senso contrario, escludendo alcune proposte di Prusst per mancanza della proprietà o disponibilità dell’area (uno dei requisiti prescritti dalla normativa vigente in materia di Prusst è proprio la dimostrazione della piena disponibilità dell’area di intervento anche attraverso il consenso degli eventuali proprietari, ma nella fattispecie i proprietari addirittura si sono opposti!). Infine, appare singolare che si esproprino ‘per ragioni di pubblica utilità’ ben 23 immobili sui quali la ditta proponente non andrà a realizzare nessuna pubblica utilità, bensì 23 locali commerciali che potrà vendere o affittare a prezzi di mercato e quindi con lucro privato. E’ incomprensibile quale sia in questo caso l’interesse pubblico che possa giustificare l’espropriazione”.
Fine delle, chiamiamole così, anomalie? Per niente! “La proposta votata in commissione Urbanistica da tre consiglieri del centrodestra – precisa ancora Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato – viola lo stesso parere dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, che sottolineava come il numero degli alloggi era spropositato rispetto al numero dei parcheggi previsti. Al riguardo, non è neanche ben chiaro se siano rispettati gli standard urbanistici rispetto al verde e, in generale, alle urbanizzazioni primarie e secondarie, trattandosi di un intervento parcellizzato in un’area per la quale era previsto il comparto edificatorio con i connessi servizi pubblici; e se sia tecnicamente realizzabile la piccola struttura destinata ad asilo posta ai margini dell’intervento”.
E allora? “Sono indispensabili emendamenti rivolti a ricondurre ad equità l’atto – aggiunge la presidente della commissione Urbanistica comunale – assicurando la salvaguardia dei residenti con percorsi preferenziali, calmierando i prezzi e quindi realizzando anche alloggi sociali e servizi di cui il quartiere è sprovvisto (attrezzature sportive e un parco). Si tratta di un provvedimento che, solo emendato, può rappresentare una contestuale riqualificazione della zona (oggi fortemente degradata) , con perseguimento dell’interesse pubblico. In mancanza, l’atto appare sprovvisto di ogni presupposto, di fatto e di diritto, che ne possa consentire la legittima approvazione da parte del Consiglio, soprattutto in relazione al sacrificio che ogni procedura espropriativa comporta, cui deve corrispondere obbligatoriamente il raggiungimento dell’interesse pubblico”.
A tutti questi rilievi se ne aggiungono altri due. Il primo rilievo – che, più che altro, è una constatazione di fatto – è che il Piano regolatore generale (Prg) di Palermo è ormai ‘acqua fresca’, ovvero i vincoli sono scaduti. Si può approvare un Prusst con i vincol del Prg scaduti? Il secondo rilievo, fa notare sempre Nadia Spallitta, è che mancano le certificazioni antimafia.
Altro giro, altra corsa. In scena, a Sala delle Lapidi, sempre oggi, potrebbe arrivare il secondo Prusst che preved la realizzazione di un albergo in piazza Vittorio Veneto. Si tratta di un intervento già ‘gettonato’ dalla stampa si era occupata. Ne ha parlato di Repubblica del 2 gennaio 2008 dove si legge che “Lo Piccolo, ad esempio, aveva affidato il compito di seguire l’iter di realizzazione di un albergo il cui progetto è incluso in uno degli ultimi Prusst approvati”. Sembrerebbe che in un ‘pizzino’ sarebbe annotata la seguente frase: “Il signor Alagna per albergo vicino la statua della Libertà”.
Sala delle Lapidi, insomma, dovrebbe cominciare ad esaminare il Prusst con il ‘pizzino’. “La vicenda è singolare anche per altri profili – racconta sempre Nadia Spallitta -. Intanto perché il consiglio comunale nel 2008 aveva bocciato il provvedimento per le seguenti criticità: l’albergo avrebbe determinato un disallineamento rispetto agli altri edifici insistenti sulla stessa sede stradale di via Piedilegno, con ridimensionamento dell’asse viario pubblico; il marciapiede dell’albergo non rispettava le norme del codice della strada, non consentendo il transito dei portatori di handicap. Nonostante tale rigetto, il proponente ha disatteso la richiesta del Consiglio, ripresentando identica proposta, che inverosimilmente gli uffici hanno ritrasmesso al consiglio. Alle predette criticità si somma la circostanza che chi lo propone non ha la proprietà dell’intera area di impianto, in particolare la riqualificazione di spazi a verde pubblico, elemento essenziale per la completezza del Prusst – che è una variante urbanistica – ricade in parte su immobili di proprietà aliena, con violazione del requisito prescritto per presentare i Prusst della titolarità sull’intera area”.
Quest’ultimo passaggio non è secondario, perché le opere di interesse pubblico, per la parte oggetto di espropriazioni future, potrebbero non vedere mai la luce. “Infine – precisa la presidente della commissione Urbanistica – desta perplessità anche la circostanza che un’area V3, con destinazione a verde pubblico, sia stata acquistata dal proponente per essere, quindi, ceduta a scomputo degli oneri, con salvezza tuttavia del sottosuolo che viene mantenuto dal proponente per realizzarvi un parcheggio privato. In altri termini, non si rinvengono le ragioni di interesse pubblico che possano giustificare la deroga alla norma del codice della strada e la riduzione di un asse viario, con un disallineamento oggettivamente tra l’altro antiestetico, anche alla luce del fatto che l’intervento, per la parte di opere pubbliche, presuppone l’espropriazione”.
Non solo. “Sembrerebbe che a chi propone l’opera sia subentrato un altro titolare. “E tuttavia – conclude Nadia Spallitta – del nuovo titolare non si abbia, allo stato, la documentazione idonea ad attestare la sussistenza dei requisiti di legge”.
Il tutto, come abbiamo già ricordato, con i vincoli del Prg scaduti. Insomma, un inghippo.

 

 

 

 


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