Mancano più o meno tre mesi alle elezioni comunali a Palermo, ma fino a ora le grandi coalizioni di centrodestra e centrosinistra si sono mostrate attendiste, più concentrate sul perimetro che sul nome del prossimo candidato sindaco. Eppure qualcosa si muove. La prima mossa nasce dal campo largo, con il nome di Franco Miceli in rampa di lancio per essere il candidato alla guida del centrosinistra per il dopo Orlando. Un nome subito sposato da Giusto Catania, che con il movimento a cui fa capo, Sinistra Civica Ecologista, che raggruppa diverse anime della sinistra, parla di «una candidatura autorevole e prestigiosa in grado di contribuire alla definizione di una coalizione credibile», anche perché di fatto chiuderebbe la porta ai tentativi di espansione a destra del campo largo, tenendo fuori la tentazione di tirare in barca parti di Forza Italia e di Italia Viva, che vanta ancora l’auto-candidatura di Davide Faraone, nome molto poco gradito su più versanti dell’asse M5s-Pd-Sinistra ecologista.
«Il suo profilo evidenzia una competenza e una dote di concretezza in grado di interpretare le esigenze di una città che, nei prossimi anni, dovrà gestire cospicue risorse economiche provenienti dallo Stato e dall’Europa – prosegue Catania – Auspichiamo che Franco Miceli possa accogliere positivamente la richiesta che viene da settori importanti della società civile palermitana e dalle forze politiche che, con grande senso di responsabilità, stanno mostrando capacità di sintesi e lungimiranza.
Adesso appare urgente che la coalizione definisca, nel più breve tempo possibile, la cornice programmatica». Una benedizione in piena regola, che trova sponda in parti dei 5 stelle e negli otto segretari dei circoli territoriali cittadini del Partito democratico, così come dagli orfiniani del coordinamento cittadino di Left Wing, sempre in seno al Pd.
Architetto, ex presidente del suo ordine regionale, 70 anni, Miceli ha dalla sua una lunga esperienza politica tra le fila del Psi, di cui è stato anche segretario regionale. È stato anche assessore ai Lavori pubblici a Palermo, anche se solo per due anni, dal 1998 al 2000, in una delle tante giunte guidate da Leoluca Orlando. Ma proprio dal professore potrebbe arrivare il primo no alla sua candidatura. Pare infatti che la scelta di un suo ex assessore non sia sufficiente a fare indietreggiare Orlando, che comunque mantiene un suo peso all’interno della coalizione, dall’idea che il nome del suo successore debba uscire dalle primarie. L’idea di Miceli candidato sindaco fa storcere il naso anche ai giovani del Partito democratico, che hanno rilasciato in giornata una nota piuttosto polemica.
«A sceglierlo è stato chi da vent’anni governa il partito nel chiuso di una stanza. Sempre gli stessi – dice il segretario dei giovani Dem Manfredi Germanà – Ma a me, che 20 anni fa avevo solo sei anni, viene spontanea una domanda: perché dovremmo puntare su una persona che ha fatto politica due decenni fa? Perché dovremmo puntare su esperienze passate? E poi, qualcuno ha chiesto all’architetto Franco Miceli la disponibilità?». Germanà, che lamenta anche il mancato coinvolgimento dei giovani nel processo che ha condotto alla scelta del candidato, su due punti non ha torto: l’attività politica attiva di Franco Miceli si è fermata proprio in quel 2000, quando concluse l’esperienza in giunta, e soprattutto il nome su cui più si discute non ha ancora sciolto le riserve sull’accettare o meno l’investitura, che gli costerebbe oltretutto la rinuncia alla sua attività all’interno dell’ordine nazionale degli architetti.
E infine c’è il dato regionale. Dall’ultima direzione nazionale del Partito democratico, l’indicazione sembrava essere chiara: troppe poche donne dem sindache in Sicilia, Palermo avrebbe dovuto essere laboratorio anche un questo senso, tanto che hanno preso quota – e restano comunque plausibili – i nomi dell’ex assessora regionale ai Beni culturali Cleo Li Calzi e della deputata nazionale Teresa Piccione, figure che da par loro accontentano un’ampia area tra cinquestelle e sinistra. A meno di dichiarazioni di Miceli, tuttavia, per la discussione, che proseguirà intanto sotto traccia, saranno decisive le prossime due settimane, con l’assemblea di Sinistra Civica Ecologista fissata per il 12 marzo e quella del Partito democratico per il 14.
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