Palermo Popolare, modello vincente contro calcio moderno «Nessuna pubblicità sulle maglie, il tifoso al centro di tutto»

Palermo, calcisticamente parlando, ha un profilo vincente. I tratti, simili tutto sommato a quelli della Primavera rosanero reduce dai successi in campionato e Supercoppa e in attesa di scoprire il volto della prima squadra ai playoff in serie B, sono quelli del Palermo Calcio Popolare. Realtà che ha visto la luce nel febbraio 2016 ed unica in Sicilia nata con l’idea di essere sostenuta da un azionariato popolare. Battendo 5-1 lo Sporting Termini nella finale playoff del girone B disputata alla Fincantieri, la compagine guidata da Giovanni Troia ha staccato il biglietto per il campionato di Prima categoria, terzo titolo in sole due stagioni impreziosite da due promozioni consecutive (doppio salto dalla Terza alla Prima categoria) e dalla conquista della Supercoppa provinciale.

Il segreto del Palermo Calcio Popolare? Essere un modello vincente a trecentosessanta gradi. Vincente non solo per i risultati ottenuti sul campo ma anche e soprattutto per i valori che promuove e per gli ideali per i quali combatte. E per i quali si distingue nel contesto cittadino. «Siamo contro il calcio moderno, il calcio è della gente». Questo, in sintesi, lo slogan che riassume la filosofia della squadra verderosanero (che abbina ai colori rosa e nero della prima squadra cittadina il verde ricavato rivisitando il logo del Palermo Calcio con l’aquila stile anni Ottanta) e che si identifica con l’immagine del Genio, nume tutelare della città e uno dei simboli del capoluogo siciliano. «È proprio il calcio vissuto a questi livelli, dove passione e amore sono più radicati, che contribuisce a promuovere valori sani e veri – hanno dichiarato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle Attività sociali, Giuseppe Mattina, celebrando il successo del club verde-rosanero -. L’augurio è quello di vedere questa società sempre più in alto perché anche Palermo merita di avere due squadre di vertice».

Per la particolarità delle idee che stanno alla base del progetto, il Genio ha vinto prima ancora di lasciare il segno nel rettangolo di gioco. Il principio, sulla falsariga dell’esempio dello United of Manchester, realtà nata in Inghilterra come forma di protesta dei supporters del Manchester United contro la gestione del club da parte del presidente, è quello di restituire alla figura del tifoso una centralità sempre più oscurata dalle logiche e dalle dinamiche del calcio-business. «Ma è bene precisare che noi non abbiamo nulla contro il Palermo Calcio, che è e rimane la squadra che amiamo e per la quale facciamo il tifo – ha puntualizzato a MeridioNews Giuseppe Vassallo, socio-fondatore del Palermo Calcio Popolare -. La nostra è solamente un’idea diversa di vedere il calcio. Che, a nostro avviso, deve appartenere al tifoso, il vero custode di una squadra. Siamo nati, poco più di due anni fa, in quanto stanchi di vedere che diversi club sono stati distrutti dalla scellerata gestione di alcuni presidenti e che i tifosi (e il Palermo Calcio Popolare è sostenuto da 20 soci e 150 soci sostenitori, ndr) sono considerati ormai l’ultima parte del sistema. Il calcio appartiene alla gente. Sulle nostre maglie, inoltre (la casacca indossata in questa stagione, e scelta proprio dai sostenitori attraverso un sondaggio, è verde con bande rosanero, ndr) non ci sono sponsor perché non vogliamo avere vincoli di tipo commerciale».

La chiave vincente è la presenza costante nel sociale e, contestualmente, la promozione di una serie di attività come quelle di formazione che da aprile si svolgono due volte a settimana (il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17) al Parco della Salute con un istruttore, che è un giocatore della squadra, e cinquanta bambini divisi in due fasce di età. Questi corsi, che termineranno a giugno e che in futuro (e forse in un’altra location) potrebbero essere strutturati in una vera e propria scuola calcio con prezzi popolari, hanno lo scopo di valorizzare la dimensione ludica del calcio e abbracciano le diverse etnie della città.

Antonio La Rosa

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