Dopo tre pareggi di fila contro squadre ampiamente alla portata, i rosanero hanno dilagato al Barbera contro una formazione in condizioni fisiche non perfette in seguito al Covid. Che ha colpito anche il tecnico toscano sostituito in panchina dal suo vice
Palermo, manita al Taranto per respirare un po’ di serenità Nardini: «Bella reazione, vittoria dedicata a mister Baldini»
Il Palermo continua a viaggiare sulle montagne russe, a seguire un percorso scandito con regolarità da continue discese e salite. Il precedente contro la Turris dello scorso 19 febbraio fa giurisprudenza: dopo una pesante sconfitta a Foggia i rosanero si sono riscattati immediatamente vincendo in casa contro i campani per 5-0. La manita rifilata oggi al Taranto (5-2) allo stadio Renzo Barbera nel recupero della ventiduesima giornata del girone C è da questo punto di vista una specie di déjà-vu essendosi materializzata sulla scia di risultati deludenti e rientra nella psicologia di una squadra come quella rosanero che è in grado di stupire sia nel bene che nel male. E che, nel caso specifico, dopo tre pareggi di fila contro formazioni impelagate nei bassifondi della classifica ha saputo rialzare la china riprendendo il filo con la vittoria interrotto il 13 marzo ad Avellino.
Percorso da montagne russe? Avendo il luna park come immagine di riferimento, con la complicità di un Taranto in condizioni fisiche non brillanti a causa dei recenti casi di positività riscontrati in molti membri del gruppo-squadra e ancora a secco di successi in questo 2022 nel quale sta rovinando il buon lavoro costruito nel girone d’andata, il Palermo oggi è salito volentieri su una giostra. Quella del gol. I rosa hanno premuto il bottone con la rete-lampo di Luperini e, sfruttando le defaillances di un avversario coraggioso ma ingenuo nell’impostazione della partita contro una squadra che fa del binomio recupero palla-ripartenze il suo cavallo di battaglia, si sono divertiti creando le condizioni per una gara in discesa.
In evidenza Luperini, che al 69′ con un tiro deviato ha impreziosito la sua prova con una doppietta dopo l’acuto dell’ex di turno Di Gennaro servito ad accorciare le distanze sul parziale di 3-0 per i padroni di casa, e il solito Brunori (autore del secondo e terzo gol al 35′ e 41′ prima con un guizzo da bomber di razza al culmine di un’azione rifinita sull’out di destra da Accardi e Valente e poi con un tiro angolato dopo una deviazione del portiere in seguito ad una conclusione di Floriano) salito a quota 21 reti in questo campionato. Al tramonto del match, andato in archivio con la seconda rete dei pugliesi a segno in maniera casuale con Zullo di rimpallo sugli sviluppi di una punizione, spazio anche per la quinta marcatura firmata Soleri, letale ancora una volta entrando a partita in corso. Leitmotiv di un Palermo che in virtù di questo successo si è portato a -2 dal terzo posto e che dopo il pari esterno con la Paganese mal digerito dall’ambiente (Giocatori e società senza dignità lo striscione esposto all’esterno dello stadio nelle ore successive al 2-2 maturato in Campania) può preparare con un po’ più di serenità il rush finale in vista dei playoff.
«È una vittoria che serve ad allontanare un po’ l’aria di negatività che si era creata dopo i tre pareggi consecutivi contro Andria, Potenza e Paganese – ha spiegato nel post-partita il tecnico Mauro Nardini, vice di Baldini costretto ai box dopo essere risultato positivo al Covid – è stato un periodo buio ma la squadra è stata brava a reagire dimostrando di essere un grande gruppo. Con dei valori importanti. Differenza di rendimento tra casa e trasferta? Ad Avellino abbiamo fatto vedere che il Palermo è una squadra con una logica e continuiamo a lavorare per dimostrare che anche fuori casa abbiamo le qualità per fare ciò che ci riesce tra le mura amiche. Ho giocato ventidue anni a calcio e poi ho intrapreso la carriera di allenatore e dico che ci sta di subire la contestazione della tifoseria quando non arrivano i risultati ma proprio per questo sono contento della vittoria odierna perché il gruppo è riuscito a non farsi condizionare e a centrare l’obiettivo che ci eravamo prefissati prima di questo match, ottenere i tre punti vincendo bene». Senza il tecnico titolare, Nardini si è potuto ritagliare in panchina una fetta di visibilità: «Ho provato grandi emozioni perché per un professionista è troppo bello potersi misurare in uno stadio come questo e mi fa piacere, sul piano statistico, il fatto che in occasione della mia presenza in panchina come primo allenatore, cosa successa anche a Brescello con Marco Osio e a Carrara un paio di volte con Baldini, la squadra vince. Detto questo, mi dispiace che il mister abbia contratto il virus e gli dedico la vittoria».
Gli fa eco, a questo proposito, il difensore Andrea Accardi: «Questi tre punti sono per il mister che per noi è un fratello maggiore, come un padre. Mi è dispiaciuto il suo recente sfogo perché lui è un uomo vero, un uomo di calcio che vive questa realtà a 360 gradi e ho visto cosa ha provato ma nello stesso tempo le parole pronunciate nei miei confronti (Baldini ha detto che Accardi deve essere preso come esempio dal gruppo per attaccamento alla maglia, ndr) non possono che farmi piacere». Il successo odierno con il Taranto, ottenuto davanti a 4.203 spettatori (record negativo in questa stagione al Barbera in termini di presenze), dopo un tris di risultati al di sotto delle aspettative è per il gruppo una nuova iniezione di fiducia: «Sappiamo che il pubblico può essere un’arma a nostro favore ma è inutile fare appelli. Dobbiamo solo stare zitti e pedalare. Tocca a noi riportare i tifosi dalla nostra parte cercando di ottenere più vittorie possibili e dando il massimo per riuscirci. Siamo davvero un bel gruppo, una grande famiglia, e abbiamo i mezzi per far sì che la gente sia di nuovo con noi».