Palermo: il Comune vuole imporre ai palermitani la Tasi per pagare gli operai della Gesip

MA NON E’ DETTO CHE IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVI QUESTA MANOVRA CON L’ALIQUOTA PIU’ ALTA D’ITALIA. GIUSTO PAGARE I LAVORATORI DELLA SOCIETA’ COMUNALE: MA LI DEVE PAGARE IL GOVERNO RENZI, NON CERTO LE FAMIGLIE E LE IMPRESE CITTADINE ORMAI ALLO STREMO

I palermitani non hanno i soldi per pagare la Tasi, in pratica il ritorno dell’Imu sulla prima casa contrabbandata per “Tassa sui servizi indivisibili”. Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, deve capire che i cittadini non sono polli da spennare. Perché se il Comune è in difficoltà finanziaria, i cittadini sono ancora più in difficoltà del Comune.

Domani sera tutti gli occhi della città di Palermo saranno puntati sul Consiglio comunale. L’idea che i tagli disposti dal Governo Renzi e dal Governo regionale di Rosario Crocetta debbano essere pagati dai cittadini ormai con le tasche vuote è sbagliata.

Lo sappiamo: con i soldi della Tasi il Comune deve pagare gli stipendi ai mille e 800 dipendenti della Gesip. Solidarietà ai dipendenti della Gesip. Ma questi lavoratori li deve pagare lo Stato non i palermitani che hanno ormai le tasche vuote.

Il Sindaco e la maggioranza che lo sostiene se ne devono fare una ragione. Il Sindaco Orlando parla il tedesco: bene: si rechi in Germania, nella sede della Banca centrale europea e gli dica che ci siamo rotti le scatole di un’Europa che chiede solo sacrifici e di un euro gestito con i piedi.

Dice in un post su facebook Paolo Caracausi, consigliere comunale di Italia dei valori: “Da domani inizia una lunga Martorana in aula. Noi di Italia dei valori non faremo un passo indietro: abbiamo pronti 2000 emendamenti che vanno dall’azzeramento a percentuali minime di tassazione. L’assessore vuole incassare 18 milioni di euro da questa nuova tassa dopo che ha incassato oltre 130 milioni dalla Tares. Con la Tari che porterà nelle ‘casse’ del Comune altri 150 milioni di euro”.

A questo punto Caracausi dice una grande verità: “I palermitani sono stanchi di pagare tasse per servizi inesistenti. Le famiglie non c’è la fanno più. La dichiarazione di Aurelio Scavone è un tentativo maldestro per far mettere sotto assedio il Consiglio comunale. Noi non ci stiamo e ci batteremo fino alla fine per evitare questa nuova tassa che colpisce principalmente le famiglia già in difficoltà economica”.

Aurelio Scavone, da sempre vicino a Orlando, al nostro giornale aveva dichiarato circa un mese fa guerra al Governo Renzi che ha tagliato un sacco di soldi al Comune di Palermo. Ma, adesso, Scavone la guerra la sta dichiarando ai cittadini palermitani, provando a imporre un nuovo, odioso balzello.

In Consiglio comunale, domani sera, la possibilità di bloccare questa manovra c’è. L’assemblea di Sala delle Lapidi è chiamata ad approvare la delibera sull’aliquota (la proposta della Giunta dovrebbe essere l’aliquota più alta d’Italia: 2,9 per mille). L’Amministrazione comunale ha ‘fretta’ di chiudere l’operazione entro domani o, al massimo, entro martedì prossimo per consegnare entro mercoledì il documento al ministero dell’Economia e delle Finanze. Per potere, così, ‘inchiappettare’ i palermitani. E fargli pagare la prima rata della Tasi entro il 16 ottobre.

In Consiglio comunale, però, potrebbero bloccare l’ennesima penalizzazione a carico di una città allo stremo. Oltre ai due consiglieri di Italia dei Valori, infatti, anche il PD dovrebbe votare contro. Idem per le opposizioni di centrodestra.

Orlando e i suoi, com’è noto, hanno aderito al Partito Democratico. Di conseguenza, se il PD voterà compatto, la manovra sulla Tasi dovrebbe essere ‘bocciata’. E, possibilmente, abolita, come ha fatto l’amministrazione comunale di Ragusa guidata dal Movimento 5 Stelle.

Viceversa, se la la Tasi con l’aliquota del 2,9 per mille verrà approvata ci ritroveremo, ancora una volta, davanti alla solita buffonata della cosiddetta sinistra di Palermo. E sarà, in questo caso, un grande regalo che il PD farà al Movimento 5 Stelle che, nel capoluogo della Sicilia e nel resto dell’Isola cresce (al netto, ovviamente, dei voti ‘contati’ da Soros…) sia perché è organizzato, sia perché all’Ars i deputati lavorano bene. Ma anche perché nei Comuni come Palermo, per pagare i precari, invece di scatenare un putiferio a Roma, si appioppano tasse ai cittadini!

Anche Pippo Russo, da sempre vicino a Orlando, oggi responsabile del PD delle politiche di Palermo si schiera contro la Tasi:

“A Palermo troppe tasse dice Pippo Russo -. Dal 16 settembre, fino alla fine dell’anno, i palermitani saranno bombardati, tra acconti e saldi, da una serie di adempimenti fiscali per Tari, Tasi, Imu. Ferme rimanendo, ovviamente, le addizionali Irpef regionali e comunali. Una pesante pressione fiscale, senza precedenti, seppure determinata da leggi nazionali. Rivolgo agli amministratori di Palazzo delle Aquile e ai consiglieri comunali di Sala delle Lapidi alcune domande: perché non azzerare la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili? Ai sensi del comma 676 dell’art. 1 della legge n.147 del 27 dicembre 2013 il Consiglio comunale può ridurre, fino all’azzeramento, l’aliquota relativa alla Tsi a patto che ciò non comporti uno squilibrio di parte corrente per il bilancio comunale”.

“In poche parole – prosegue Russo – l’azzeramento se lo possono permettere i Comuni con i conti a posto. Ecco, i conti a posto, un’espressione che abbiamo sentito pronunciare parecchie volte, in pubbliche dichiarazioni, dal sindaco e dall’assessore al Bilancio. Se i conti sono a posto, cioè se il bilancio non ha sofferenze, perché non utilizzare l’opportunità offerta dalla legge di non fare pagare ai palermitani almeno la Tasi? In via subordinata, visto che i conti sono a posto, perché non limitarsi all’aliquota base dell’1 per mille, invece dell’aliquota del 2,9 per mille già stabilita? In ogni caso, possibile che non ci siano altre forme, tagli di costi improduttivi, migliore utilizzazione del patrimonio immobiliare comunale, anche attraverso vendite, per alleggerire l’insopportabile pressione fiscale sui palermitani?”.

“Credo sia urgente una risposta ufficiale dell’Amministrazione comunale – conclude Picco Russo – e conseguenti determinazioni da parte del Consiglio comunale, a prescindere dalle appartenenze politiche”.


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