Il consiglio comunale di palermo si è appena insediato e già iniziano le prime frizioni. Di scena, qualche ora fa, l'elezione dei due vice presidenti di sala delle lapidi. Nulla da dire sul vice presidente vicario, ruolo che verràoccupato da nadia spallitta, eletta nella lista di italia dei valori.
Palermo, Finazzo (Udc) vice presidente del Consiglio comunale
Il Consiglio comunale di Palermo si è appena insediato e già iniziano le prime frizioni. Di scena, qualche ora fa, l’elezione dei due vice presidenti di Sala delle Lapidi. Nulla da dire sul vice presidente vicario, ruolo che verràoccupato da nadia Spallitta, eletta nella lista di Italia dei Valori.
Un mezzo putiferio è scoppiato quando si è andati al voto per eleggere il secondo vice presidente. Le opposizioni – 20 consiglieri comunali su 50 – erano orientate per Giuseppe Milazzo, del Pdl. Ma la maggioranza – cioè Italia dei Valori – ha fatto convergere i propri voti su Salvatore Finazzo, dell’Udc. Uno schiaffo non solo per il Pdl, ma per tutte le opposizioni che, di fatto, non hanno scelto nemmeno il vice presidente del Consiglio comunale.
Il significato politico di quello che è accaduto oggi è molteplice. Il primo messaggio è che Italia dei Valori, forte dei propri 30 consiglieri comunali su 50, ha fatto capire a chiare lettere alle opposizioni che non contano nulla. E cioè che tutti gli atti – a cominciare dal bilancio di quest’anno, che dovrebbe essere approvato entro il 31 agosto – verranno approvati con i voti della maggioranza. Le opposizioni, se lo vorranno, si potranno accodare.
IL secondo segnale importante è che Italia dei Valori lancia un messaggio all’Udc. Finazzo, infatti, fa parte di questo partito. Anche in questo caso, il segnale è molteplice. Questo vale a Palermo, dove il partito del Sindaco Leoluca Orlando ha tutta l’intenzione di avviare con l’Udc di Giampiero D’Alia un rapporto di collaborazione. E vale anche per la Regione, dove l’Udc, di fatto, è ormai l’unico partito che fa opposizione al Governo Lombardo, visto che il Pd fa soltanto finta di fare opposizione per provare a carpire il voto ai suoi sempre più pochi elettori.