Palermo e la candidatura di Alexis Tsipras: ragazzi, c’è un po’ di confusione!

L’ASSEMBLEA CHE E’ ANDATA IN SCENA NEL CAPOLUOGO DELL’ISOLA HA VISTO IL PREVALERE DEI TEMI LOCALI SUI GRANDI OBIETTIVI EUROPEI. L’UNICO INTERVENTO DI PESO E’ STATO QUELLO DI NICOLA CIPOLLA SULLA TUTELE DELL’AMBIENTE IN SICILIA

L’Assemblea cittadina di Palermo per una lista della sinistra a sostegno della candidature di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione europea ha visto una discreta partecipazione, ma un dibattito assai modesto e spesso fuori tema.

La discussione è stata quasi interamente rivolta agli affari interni italiani, con accenni insistiti anche sulle questioni cittadine, piuttosto che sui grandi temi europei e sulle prospettive strategiche dell’unione europea, quali Difesa, Esteri, Fisco, trattamento economico del lavoro, Costituzione federale. In sintesi, l’Europa dei popoli e superamento dell’Europa dei governi e dell’Europa della finanza speculativa e delle banche.

Su questi temi il dibattito è stato pressoché inesistente, tranne a rivendicare l’anticapitalismo di maniera, senza indicazioni su come e con quale altro sistema sostituirlo.

La discussione è stata aperta dalla lettura di un documento politico che ha costituito la base stessa della discussione, in quanto riassuntivo del documento politico conclusivo del IV Congresso della Sinistra europea che sarà alla base del programma delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Congresso tenutosi a Madrid dal 13 al 15 dicembre dello scorso anno, a conclusione del quale il greco Alexis Tsipras, leader del partito ellenico Syriza, è stato candidato alla presidenza della prossima Commissione europea.

Il documento proposto all’inizio della discussione contiene ‘sgrammaticature’ politiche macroscopiche, delle quali riportiamo la più evidente al fine di evitare ai protagonisti di questa vicenda politica di commettere in futuro errori tanto grossolani.

Si tenga presente che alla presidenza della Commissione europea il partito della Sinistra europea intende candidare il proprio leader. Fermo restando questo obiettivo politico, nel documento programmatico approvato dal Congresso di Madrid si legge: “Riequilibrio dei poteri nelle istituzioni europee. Il potere deve essere trasferito dalla Commissione alle assemblee elettive. La Commissione deve avere soltanto un ruolo esecutivo”.

La considerazione elementare nasce spontanea: il partito della Sinistra europea candida il suo leader a dirigere un organismo europeo (la Commissione) al quale intende togliere i poteri e trasferirli ad un altro organo istituzionale europeo (il Parlamento).

A una prima lettura, ma anche ad una seconda e ad una terza, l’obiettivo programmatico ci sembra incongruo. Ma vogliamo considerare l’errore grossolano contenuto in questo obiettivo conseguenza di un refuso e ci permettiamo di suggerire un’immediata correzione nel senso che, forse, quel punto programmatico volesse indicare nel Consiglio europeo l’organo istituzionale al quale togliere i poteri che gli derivano dai trattati.

In quest’ultimo caso il punto programmatico avrebbe un senso in direzione del raggiungimento di un’Europa dei Popoli (il Parlamento) rispetto all’Europa dei governi e degli Stati (Consiglio europeo).

Il dibattito che è seguito, a partire dall’intervento del professore Giancarlo Minaldi, ha preso un piega prevalentemente economica che rappresenta un approccio tutto interno alla interpretazione dell’Europa quale area di libero scambio piuttosto che soggetto politico unitario ancorché di stampo federalista.

Va da sé che questo movimento, se intende portare nel dibattito politico europeo una voce innovativa rispetto all’attuale Europa del Fiscal compact, del Two Pack, della egemonia dettata dalla troika (Ue, Bce, ed Fmi) e delle massonerie finanziarie, deve precisare meglio le sue finalità ed indicare con minore approssimazione i propri obiettivi.

Un intervento di rilievo è venuto da parte di Nicola Cipolla, presidente del Cepes, il quale ha messo in rilievo l’aspetto programmatico riguardante la tutela ambientale che, letto in salsa siciliana, assume il valore di una vera rivoluzione, atteso che nella nostra Isola si raffina il 50 per cento circa del petrolio proveniente dal Medio oriente, ma poi la materia prima e la ricchezza prodotta prendono altre direzioni ed in Sicilia resta l’inquinamento

Sul terreno più specificamente politico vogliamo manifestare un nostro dubbio – al di là delle buone intenzioni che hanno visto mobilitarsi attorno alla candidatura della Sinistra europea di Alexis Tsipras alcuni prestigiosi intellettuali – e riguarda l’ “entusiasmo” con il quale questa causa è stata abbracciata dai partiti della sinistra extra parlamentare italiana: non vorremmo che si ripetesse su scala europea lo stesso spettacolo cui abbiamo assistito nella candidatura al Parlamento nazionale di Antonio Ingroia. Cioè, che questo progetto non ha una prospettiva politica strategica di alternativa, ma un meno onorevole espediente elettorale.


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