Sono 25 donne e 14 uomini i soggetti deferiti alla procura dai Carabinieri di Misilmeri e Palermo. Dichiarazioni mendaci su requisiti e stato di detenzione sarebbero le cause degli illeciti che avrebbero provocato un danno pari a 300mila euro. Guarda il video
Palermo, denunciati 39 furbetti del reddito di cittadinanza Tra illegittimi percettori anche un condannato per mafia
I Carabinieri di Misilmeri e del gruppo tutela lavoro di Palermo hanno deferito 39 persone in stato di libertà alla procura del tribunale di Termini Imerese, residenti nei Comuni di Misilmeri, Bolognetta, Belmonte Mezzagno, Campofelice, Godrano, Villafrati, Ficarazzi e Bagheria, per indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Le denunce sono arrivate a conclusione dell’attività investigativa, avviata nell’ottobre scorso, appurando che le persone coinvolte (25 donne e 14 uomini), per eludere i controlli da parte dell’Inps, avrebbero reso dichiarazioni mendaci al momento dell’istanza. O, dopo avere percepito il beneficio, avrebbero omesso di fornire le informazioni dovute che avrebbero influito sull’importo percepito.
In particolare, durante la percezione del beneficio, è emerso che i beneficiari non avrebbero effettuato le dovute comunicazioni all’Istituto nazionale per la previdenza sociale, inerenti al proprio stato di detenzione o, in alcuni casi, rendendo false dichiarazioni omettendo di comunicare lo stato di detenzione di un componente del proprio nucleo familiare. Provocando un danno erariale complessivo pari a oltre 300mila euro. Sono in corso le procedure per la sospensione del beneficio ed il recupero di quanto è stato indebitamente percepito.
Tra i denunciati ci sono cittadini stranieri con meno dieci anni di permanenza sul territorio italiano e, pertanto, privi dei requisiti di lunga residenza, cittadini sottoposti a misure di prevenzione dell’avviso orale e sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e un soggetto, originario di Bolognetta, condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso e coinvolto nell’operazione Ogliastro della Direzione distrettuale antimafia di Palermo risalente a marzo del 1999.