Palermo, consiglio comunale in ‘fuga’ per non votare la variante urbanistica con ‘pizzino’

Il consiglio comunale di Palermo apre e chiude. Apre per approvare due operazioni di dubbia ‘qualificazione urbanistica, chiude sull’onda di un ‘pizzino’ che mette in fuga i consiglieri comunali che, nonostante le pressioni e gli ammiccamenti, non se la sentono di mettere la loro ‘firma’ su un atto amministrativo che diventa ogni giorno più pesante. Il risultato è la sospensione della seduta per mancanza di numero legale (la ‘fuga’ dei consiglieri comunali, per l’appunto). Un finale a metà strada tra la farsa e la sceneggiata napoletana che manda in bestia il presidente del consiglio comunale, Alberto Campagna, che va in escandescenze e se la prende con la capogruppo di un’Altra storia, Nadia Spallitta, ‘rea’, alla fine, di avere chiesto semplicemente la certificazione antimafia delle imprese coinvolte in queste nuove operazioni ‘cementizie’ di cianciminiana memoria. Ma andiamo con ordine.
La seduta del consiglio comunale, convocata per questa mattina, deve riprendere la discussione avviata ieri sera su un altro argomento di grande valenza’ politica: le clientele che l’attuale amministrazione comunale, retta dal sindaco Diego Cammarata (o da chi lo sostituisce quando il primo cittadino va a giocare a tennis o in barca), organizza con il ‘festival’ dei debiti fuori bilancio. La novità è che, a quanto pare, questi debiti fuori bilancio sarebbero diventati ‘acitigni’ (legere indigesti) anche per molti consiglieri comunali della maggioranza.
Così si decide di cambiare argomento. Si passa ai Prusst, ovvero Piani di riqualificazione urbanistica molto presunti. Il primo – che prevede la realizzazione di 56 appartamenti e 23 locali commerciali da realizzare a Borgovecchio – viene ‘inchiummato’ (leggere ‘bocciato’) subito con un’eccezione che non fa una grinza: alla delibera sono stati presentati vari emendamenti. Che non possono essere esaminati. Perché? Semplice: perché il dirigente responsabile del settore è stato rimosso. E perché è stato rimosso? Perché così aveva deciso sette o otto anni fa la presidenza della Regione siciliana, che aveva dichiarato nullo il concorso per otto dirigenti comunali. Solo che il Comune, invece di rimuoverli subito, se l’è presa comoda. Anzi, è stato anche presentato un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale).
Il ricorso, a quanto pare, non è andato a buon fine. Così sono saltati otto dirigenti. Una defenestrazione che ha lasciato il Comune di Palermo, come si direbbe in questi casi, con una mano davanti e una dietro. Così, pronto accomodo, il consiglio comunale, per ‘materiale assenza’ del dirigente responsabile, non può esaminare le delibere con ‘appesi’ gli emendamenti. Così la prima operazione ‘cementizia’ è andata a farsi benedire.
Al presidente Campagna non rimane che mettere all’ordine del giorno la seconda delibera: un altro Prusst che prevede la realizzazione di un albergo che dovrebbe vedere la luce dalle parti di piazza Vittorio Veneto. Solo che che a questa delibera, benché priva di emendamenti, è appesa una variante urbanistica al Piano regolatore generale (Prg) della città (peraltro con i vincoli scaduti!) con annesso un ‘pizzino’ del boss Lo Piccolo. Una storia raccontata qualche tempo fa, con dovizia di particolari, dal quotidiano la Repubblica. Se c’è un ‘pizzino’, anche per fugare eventuali equivoci, ci dovrebbe essere anche la certificazione antimafia (almeno per pareggiare la partita: 1 a 1…). Certificazione antimafia che, invece, non c’è, come fa notare Nadia Spallitta.
A questo punto va in scena il patatrac: chi scappa di qua, chi scappa di là. Restano solo gli indomiti: quei consiglieri comunali pronti a ‘inchiummare’ anche questo provvedimento e quelli pronti a sostenerlo (anche con il ‘pizzino’). Ma sono – tutti messi insieme – pochi. In Aula, detto in parole semplici, non c’è il numer legale. il presidente Campagna – anche se con un po’ di stizza (Campagna è pur sempre un esponente di spicco del centrodestra) – deve chiudere la seduta. Non prima di aver polemizzato con Nadia Spallitta, la ‘sconsa gioco’ che ha sollevato la questione che, di fatto, ha messo in fuga mezzo consiglio comunale.
Dopo la seduta, Nadia Spallitta verga un comunicato stampa: “Ritengo incomprensibili e inaccettabili – scrive – le frequenti e accese reazioni ai miei interventi del presidente Alberto Campagna, che dovrebbe svolgere un ruolo terzo e di tutela dei consiglieri, soprattutto quando si discutono delicate questioni urbanistiche. Anche oggi c’è stata una reazione del presidente, che a mio avviso è andata oltre i limiti del normale dibattito politico, e che vivo come lesiva della mia immagine e del mio ruolo, quando a seguito di una mia pregiudiziale è saltata la seduta per venir meno del numero legale”.
La ricostruzione di Nadia Spallitta, tra le altre cose presidente della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile, è precisa: “La pregiudiziale era relativa al Prusst avente ad oggetto l’albergo in piazza Vittorio Veneto, in occasione della quale rilevavo la mancanza – agli atti – dell’obbligatorio certificato antimafia , ma soprattutto l’incertezza, a mio parere, circa il soggetto proponente (dal momento che negli anni si sono succedute tre diverse società, l’ultima per fusione nel 2008, mentre l’atto deliberativo sembrava sostanzialmente riferito ad un soggetto giuridico non più esistente a seguito della predetta fusione). La proposta in questione ,secondo me, non andava trattata, senza queste integrazioni e chiarimenti, anche alla luce di notizie di stampa in base alle quali avrebbe potuto esserci il rischio di un qualche interessamento del boss Salvatore Lo Piccolo sul Prsst ( La Repubblica – gennaio 2008). Sono sinceramente perplessa e non condivido le modalità e la fretta , con la quale vengono condotti talvolta, a mio avviso, i lavori d’aula , in special modo quando vengono in rilievo questioni urbanistiche, che necessitano invece – per la delicatezza della materia – un approccio più approfondito e più specifico . Faccio altresì un appello ai colleghi del centrosinistra che, con le dovute eccezioni, non sempre sono partecipi del complesso dibattito che riguarda la materia urbanistica, un settore nevralgico e fondamentale per lo sviluppo socio-economico della città, e sul quale secondo me potrebbe giocarsi anche la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative. Registro un’accelerazione nell’attività del Consiglio comunale, quasi esclusivamente incentrata su questioni urbanistiche (a volte varianti proposte da privati), atti tra l’altro non sempre condivisibili perché potrebbero non essere compatibili con la più generale programmazione del territorio, essendo in itinere sia la delibera di revisione del Piano del centro storico, sia lo studio per il nuovo Piano regolatore generale”.
La terza puntata dello sceneggiato, pardon, delle sceneggiata alla prossima settimana. Non mancate…

 

 


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