La somma, come evidenzia una determina dirigenziale, riguarda un contenzioso con la ditta che si era aggiudicata i lavori e che si è chiuso a dieci anni dalla posa di un’apparecchiatura mai entrata in funzione. Ai 103mila euro che andranno all'impresa devono essere aggiunti circa 15mila euro per il saldo del collegio arbitrale
Palasport di Fondo Patti, il Comune sborsa altri soldi 118mila euro per impianto condizionamento mai usato
Nuovo capitolo nella tragicomica storia del palazzetto dello sport di Fondo Patti a Partanna Mondello, con il Comune che deve pagare circa 103.500 euro come extra a un’impresa di costruzioni. La somma, come evidenzia una determina dirigenziale, riguarda un contenzioso con la ditta che si era aggiudicata l’appalto per l’esecuzione dei lavori e che si è chiuso a dieci anni dalla posa di un’apparecchiatura mai entrata in funzione. Ai 103mila euro che andranno all’impresa vanno aggiunti circa 15mila euro per il collegio arbitrale.
Ma questo è solo l’ultimo di una serie di innumerevoli contrattempi e sventure che si sono succeduti – dall’inizio dei lavori nel 1996 – in circa venti anni di ‘vita’ della struttura, nata sotto una cattiva stella: problemi per il rispetto dei tempi di realizzazione a causa del fallimento dell’impresa aggiudicataria (con la squadra di pallavolo maschile di serie A1 costretta nel 1999 a giocare diverse gare interne a Marsala); la mancanza di pannelli fonoassorbenti (che fino al 2003 causarono inconvenienti tecnici nello svolgimento di concerti e spettacoli); i problemi alla copertura (alcuni pannelli del tetto erano stati fissati con chiodi troppo corti e saltarono durante un forte temporale); l’assenza di un adeguato impianto di condizionamento; la tempesta di vento del 2008 che causò infiltrazioni mai riparate e che non vennero mai segnalate alla compagnia d’assicurazione per riscuotere il risarcimento; il sequestro da parte del Tribunale per motivi di sicurezza nel 2011; l’abbandono progressivo della struttura causato dalla mancanza di soldi per riparare i danni; il vandalismo con furti di vari materiali e la distruzione di quasi tutti i locali, incluso un incendio doloso nel 2014.
Tanti i tentativi di recuperare il palazzetto, ma solo negli ultimi mesi il Comune, grazie a un accordo con il Coni, è riuscito a far partire due bandi per il ripristino della copertura e per la ristrutturazione complessiva dell’impianto. Non sono, però, mancate le sorprese, come la determina dirigenziale di qualche settimana fa, appunto, che autorizza il pagamento di 103.133 euro (più altri 475,83 di interessi per il ritardo) all’impresa edile che dieci anni fa realizzò l’impianto di condizionamento. Che però non entrò mai in funzione.
Tutto parte nel 2001 quando l’allora commissario straordinario del Comune, Guglielmo Serio, approva il progetto esecutivo per i ‘Lavori per l’impianto di condizionamento dell’area destinata alle manifestazioni del palazzetto dello sport di Fondo Patti’. L’opera viene affidata nel gennaio 2003 all’impresa Lupò costruzioni srl di Messina. Qualche mese dopo parte il cantiere, chiuso il 26 maggio del 2006, ma nel frattempo la ditta avanza diverse riserve al momento della riscossione dei Sal (stato avanzamento lavori, n.d.r.) legate all’aumento del costo dei materiali. Alcune riserve vengono risolte con un accordo transattivo, ma la discussione su quelle più onerose è rimandata a dopo il collaudo.
Il fato, però, ci mette lo zampino: dopo una prima visita di collaudo dell’impianto di condizionamento, una seconda ispezione viene fissata per il 26 marzo 2008. Ma 24 ore prima, il 25 marzo, si scatena la tempesta di vento che causa i danni alla copertura, con le relative infiltrazioni, e il palazzetto dello sport viene dichiarato inagibile. Gli anni passano e tutto il lavoro svolto va in fumo tra degrado e furti. La ditta intanto aspetta ancora i soldi delle riserve, quindi fa ricorso ad un collegio arbitrale. Quest’organismo a maggio 2014 condanna il Comune a pagare una delle due riserve più le spese accessorie, oltre a 14.223 euro per i consulenti tecnici (e altri 200 di tassa di registrazione). Ma devono trascorrere ancora due anni per i tempi della burocrazia (solo lo scorso giugno il consiglio comunale ha riconosciuto la legittimità di questo debito fuori bilancio) per arrivare finalmente alla conclusione con la delibera. Atto che chiude il contenzioso con l’impresa e – si spera – la lista di spese a vuoto per una struttura nata per ospitare sport ed eventi, ma che purtroppo è diventata essa stessa notizia di cronaca.