Il consigliere comunale era stato arrestato a metà aprile, quando i carabinieri gli avevano trovato un'arma a salve. Non è chiaro perché la tenesse nel mezzo e a MeridioNews decide di non replicare. Il sindaco intanto aspetta possibili comunicazioni ufficiali da parte della prefettura per l'eventuale decadenza
Palagonia, Salvo Minore patteggia 1 anno e 8 mesi Nella sua auto pistola non dichiarata e modificata
Ha patteggiato un anno e otto mesi, con pena sospesa, e adesso sarà la prefettura di Catania a decidere la sua eventuale decadenza dal Consiglio comunale di Palagonia. È questo l’esito della vicenda che ha coinvolto il consigliere 43enne Salvatore Minore, eletto tra le file di Uniti per Palagonia e arrestato poco dopo metà aprile con l’accusa di porto abusivo di arma da fuoco. Nello specifico: una pistola a salve modificata. Perché la tenesse nella sua macchina non è stato chiarito. Contattato da MeridioNews, Minore si limita a domandare: «Chi le ha dato il mio numero di telefono?». Sul resto, invece, rimanda a un intervento del suo legale. Che, però, questa testata non è riuscita a raggiungere.
L’arma non è stata ancora inviata al reparto scientifico per gli accertamenti. L’incartamento sul caso, invece, è stato girato agli uffici prefettizi, che dovranno comunicare all’amministrazione comunale l’eventuale necessità di procedere a una surroga del consigliere di maggioranza. Il sindaco Salvo Astuti, dal canto suo, si dice informato della vicenda sin dall’inizio da questa testata: «Ho saputo dell’arresto da voi e adesso so da voi che ha patteggiato – dichiara – Non ho ricevuto ancora nessuna comunicazione formale di quanto accaduto e, per fare qualunque cosa, ho bisogno di un’attestazione della vicenda. Non mi posso basare sul contenuto di un articolo». Al di là della forma, però, c’è la sostanza. E il dato politico rimane: può il sindaco Astuti non chiedere un passo indietro ufficiale di Minore? «Io posso chiedergli di dimettersi, ma lui può decidere di fare quello che vuole. Finché questa storia si mantiene sul piano informale, le valutazioni rimangono personali e io non posso fare pressioni in questo senso. Sarei avventato. Non voglio agire d’impulso, senza avere letto le carte, perché quando ci si comporta così poi si rischia di sbagliare».
Una frase che però, continua il primo cittadino palagonese, non vuole essere una giustificazione. «Se c’è una sentenza e quella pistola era nella sua macchina…», riflette. La carenza di segretari comunali, intanto, lo toglie dall’impiccio di rischiare che le sedute del Consiglio comunale, in attesa dell’intervento della prefettura, si svolgano mentre tra i banchi siede un consigliere da rimuovere. «Questa settimana non sono previste riunioni del senato cittadino – prosegue Astuti – Spero che la prefettura ci faccia sapere tutto il più presto possibile, in modo da non correre rischi sull’attività amministrativa». Minore, però, alle commissioni consiliari a cui partecipa si è presentato lo stesso, come se niente fosse, già all’inizio di questa settimana. È componente della commissione Lavori pubblici e presidente di quella che si occupa degli Affari generali. Tra le cui materie rientrano anche, il caso vuole, gli Affari legali.