Ospedale di Comunità di Barcellona Pozzo di Gotto

Sanità, operativo il primo Ospedale di Comunità: a cosa servono queste nuove strutture

Ha aperto i battenti anche in Sicilia il primo Ospedale di Comunità costruito ex novo a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. Nei mesi scorsi, infatti, ha aperto anche quello di Petralia Sottana, ma in un edificio preesistente: motivo per cui il presidio è attivo, ma in fase sperimentale. L’Ospedale di Comunità di Barcellona P.G. è, invece, già operativo e pronto ad alleggerire i carichi degli ospedali della zona. Principalmente del Cutroni Zodda della cittadina e il Fogliani di Milazzo. L’obiettivo delle strutture della nuova rete ospedaliera regionale è quello di creare un ponte tra l’ospedale e l’assistenza domiciliare. Con strutture a bassa intensità assistenziale per pazienti che non necessitano di cure intensive.

L’Ospedale di Comunità di Barcellona Pozzo di Gotto

A spiegare il modello e la funzione delle nuove strutture è la direzione strategica dell’Asp di Messina: «Sono pilastri della sanità di prossimità che rafforzano l’assistenza sul territorio. Portando servizi diagnostico-terapeutici, riabilitativi e socio-sanitari più vicino alle persone. Puntiamo a ridurre accessi impropri ai pronto soccorso, ricoveri evitabili e tempi di attesa, migliorando la qualità e l’equità dell’assistenza». L’edificio che ospita il nuovo Ospedale di Comunità si sviluppa su tre livelli, per un totale di circa 1400 mq. L’organizzazione degli spazi è articolata secondo un modulo da 20 posti letto, con i servizi a supporto dell’attività sanitaria distribuiti nei vari piani dell’edificio. Ma anche spazi dedicati: come camere singole e doppie con servizi, aree comuni, spazi per il personale e per le attività riabilitative. Integrando la tecnologia per diagnosi e telemedicina

Differenza tra Ospedali di Comunità e Case di Comunità

L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria intermedia, con assistenza infermieristica e medica 24 ore su 24. Pensato per pazienti con malattie non acute o croniche in fase di riacutizzazione e per cure di transizione. Temporanee (massimo 30 giorni), di stabilizzazione clinica e recupero funzionale, ma non un ricovero ospedaliero tradizionale. In queste strutture potranno arrivare anche persone dimesse dall’ospedale, ma non ancora pronte per il rientro a casa. E soggetti che necessitano di assistenza sanitaria continuativa (anche notturna) non erogabile a domicilio. In questi casi, il ricovero è sempre programmato e mai d’urgenza. Previsa, inoltre, un’ampia integrazione con i servizi sociali e familiari, con orari flessibili per i parenti. Diverse sono, invece, le Case di Comunità: centri di aggregazione di servizi a bassa soglia e ambulatoriali. Con l’obiettivo di offrire assistenza anche quando gli ambulatori dei medici di famiglia sono chiusi e ridurre gli accessi impropri al Pronto Soccorso.

Le nuove strutture in Sicilia e i finanziamenti

L’ospedale di Comunità di Barcellona Pozzo di Gotto è un’opera finanziata con i fondi del PNRR, che sostengono l’intera nuova rete degli ospedali e case di comunità. Un decreto ministeriale del 2022 ha, invece, stabilito i modelli e gli standard per l’assistenza territoriale. Delineando chiaramente le caratteristiche e il ruolo delle Case di Comunità (Hub & Spoke) e degli Ospedali di Comunità. Secondo questo quadro normativo, dunque, in Sicilia dovrebbero nascere in totale 43 Ospedali di Comunità e 150 Case della Comunità. Ma l’attuazione delle legge è ritardo e, pertanto, solo una piccola parte di queste strutture risulta operativa. Entro metà del 2026 dovrebbero essere tutte realizzate e a pieno regime. Attualmente, sull’Isola, sono in costruzione altri tre Ospedali della Comunità a Salemi, Marsala e Trapani.


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