Le accuse sono a vario titolo di corruzione, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e millantato credito. Secondo gli inquirenti, grazie al pagamento di alcune somme sarebbe stato possibile intervenire sul piano regolatore generale del Comune ionico. Il processo prenderà il via a ottobre
Operazione Town hall a Mascali, in 23 rinviati a giudizio Coinvolti anche ex sindaco ed ex presidente del consiglio
Costruire, costruire e ancora costruire. E dove non si poteva, bastava pagare. Nel Comune di Mascali la parola d’ordine era solo una: costruire. Il gup Alessandro Ricciardolo ha rinviato a giudizio l’ex sindaco Filippo Monforte e l’ex presidente del consiglio comunale Biagio Susinni. Insieme a loro finiscono a processo i noti imprenditori nel settore dell’edilizia Alfio Luciano e Alfio Roberto Massimino, il dirigente comunale dell’area Manutenzione e patrimonio Claudio Brischetto, il collaboratore tecnico Leonardo Di Bella, i titolari delle ditte Francesco Sorbello e Luca Rosario Indelicato, il proprietario dell’impresa Biosmatik Aldo Camuto, il carabiniere addetto alle scorte in servizio a piazzale Clodio nella capitale Vincenzo Salvatore Chisari, l’ex cancelliere della Corte di Cassazione Bartolomeo Leto e tutta una serie di privati cittadini: Vincenzo Barbatano, Antonino Giordano, Carmelo Guglielmino, Maria Concetta Maio, Vito Musumeci, Angela Patrizia e Carmelo Nicodemo, Leonardo Patanè, Salvatore Privitera, Alfio Romeo, Giuseppe Russo e Ugo Vasta. Ha chiesto e ottenuto il patteggiamento a un anno, invece, Giuseppe Vecchio. Tutti coinvolti nell’operazione Town Hall condotta dalla procura della Repubblica etnea con il pm Alessia Natale. I reati di cui dovranno rispondere a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e millantato credito.
Secondo quanto emerso dalle indagini, grazie al pagamento di alcune somme, sarebbe stato possibile intervenire sul piano regolatore generale. Tutto ciò non solo per favorire la costruzione di abitazioni private ma anche di un albergo. L’intervento di Biagio Susinni, stando alla ricostruzione avanzata dagli inquirenti, era necessario per aggirare i vincoli posti dalla normativa urbanistica che escludeva l’edificabilità in quella zona classificata come agricola. Ma non finisce qui. In altri casi per ammorbidire gli ostacoli, consentendo così le varianti urbanistiche che da area agricola facevano diventare un’area ad espansione edificabile per un complesso residenziale, invece, venivano ceduti pure alcuni immobili. Sotto la lente di ingrandimento dell’inchiesta è finito anche il rilascio dell’autorizzazione per l’apertura di una farmacia; in questo caso, oltre ai diecimila euro promessi ci sarebbe stata anche una fornitura di cosmetici e prodotti parafarmaceutici. Questo metodo di gestione della cosa pubblica non poteva non essere applicato per alcuni lavori affidati dal Comune di Mascali. Per gli investigatori con le promesse e il versamento di denaro, gli imprenditori si assicuravano la stipula di contratti di fornitura con procedure illegittime, come nel caso del rifacimento dell’impianto elettrico dell’ex caserma dei carabinieri.
Nel procedimento il Comune di Mascali, lo scorso 29 ottobre in fase di udienza preliminare, è stato ammesso come parte civile. La prima udienza del processo si svolgerà il 27 ottobre 2015 davanti alla terza sezione penale del tribunale.