Operazione Garden, altri cinque arresti Gli ordini dei boss venivano dal carcere

Sono complessivamente 12 i soggetti, appartenenti al clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello, che sono stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare nel corso dell’operazione Garden: uno dei indagati è ancora irreperibile. Nella mattinata di ieri il giudice per le indagini preliminari, dopo aver emesso le ordinanze di custodia cautelare per i soggetti fermati sabato scorso (Roberto e Giuseppe Maglia, Riccardo Salvatore Cantone, Giuseppe Maglia, Davide Santangelo e Placido Toscano) ha emesso, su richiesta del magistrato della Direzione distrettuale antimafia Andrea Bonomo ulteriori cinque ordinanze di custodia in carcere. Destinatari sono Salvatore Maglia, Placido Tomasello, Vincenzo Cardillo, Gaetano Musumeci e Giovanni La Rosa.

I cinque uomini sono gravemente indiziate di fare parte dell’associazione mafiosa, di avere commesso delle tentate estorsioni e di avere detenuto armi anche da guerra per affermare la propria predominanza sul territorio. In particolare, Salvatore Maglia (fratello di Alfredo Maglia, assassinato ad Adrano il 28 ottobre del 2013) e Placido Tomasello (capo incontrastato del clan alla fine degli anni ’90 e all’inizio del nuovo millennio), detenuti da lungo tempo a Tempio Pausania perché condannati all’ergastolo per l’omicidio del pugile Carmelo Ventura avvenuto nel 1998, continuavano a dare direttive dalla cella in cui erano detenuti agli altri componenti del clan, attraverso le telefonate autorizzate e i colloqui.

Giovanni La Rosa era in carcere in quanto arrestato nel corso dell’operazione Binario morto avvenuta ad Adrano lo scorso 29 aprile. La Rosa, secondo gli inquirenti era l’autista di Alfredo Maglia. Vincenzo Cardillo, attuale reggente del clan, e Gaetano Musumeci, invece sono stati arrestati lo scorso 6 ottobre perché trovati in possesso di armi da guerra. Proprio quella mattina un commando avrebbe dovuto commettere un omicidio. Vittima designata un componente storico del clan: l’omicidio avrebbe dovuto rappresentare una sorta di rappresaglia dopo l’assassinio di Alfredo Maglia e Nicola Gioco, quest’ultimo per lo zio Salvatore Maglia era ancora un ragazzino: «Hanno ammazzato un ragazzino, era solo un picciriddu». Nelle intercettazioni fatte in carcere, lo zio della vittima non si dà pace. E vuole la vendetta.

L’operazione Garden ha ottenuto il plauso del sentore Salvo Torrisi, componente della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie al Senato: «Rivolgo, ancora una volta, il mio apprezzamento alla Direzione distrettuale antimafia della procura di Catania, nonché alla squadra mobile della questura e del commissariato della polizia di Stato di Adrano, e dei militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania, per l’importante operazione antimafia svoltasi nel territorio di Biancavilla. Tali azioni continue a massicce dimostrano l’efficacia dell’azione dello Stato nel nostro territorio nella lotta contro la criminalità organizzata di tipo mafioso, la quale costituisce ancora il male principale che blocca lo sviluppo socio-economico in Sicilia, e che compromette gravemente la sicurezza e la libertà dei cittadini».


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