I provvedimenti di custodia cautelare sono stati eseguiti dai militari dell'Arma a partire dall'alba di stamattina. Cento i carabinieri impiegati. Le persone fermate dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Business che avrebbero finanziato anche con rapine e furti. Guarda il video
Operazione Baly, sedici arresti per traffico di droga Gruppo era coordinato dai pizzini di un ergastolano
È stata ribattezzata Baly l’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Catania che, dall’alba di stamattina, stanno eseguendo un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 16 persone. Una delle quali è ricercata all’estero. A disporlo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania su richiesta della procura della Repubblica etnea guidata da Carmelo Zuccaro. I fermati sono ritenuti dagli inquirenti responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina e marijuana. Impiegati circa cento carabinieri, sessanta le perquisizioni.
A essere raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare sono stati: Fabio Spampinato (classe 1983), Gianluca Spampinato (classe 1981), Roberto Vitale (classe 1974), Pierpaolo Mario Monterosso (classe 1969), Salvatore Tomarchio (classe 1977), Alessandro Papa (classe 1986) e Domenico Tosto (classe 1968). E ancora, Gaetano Trombino (classe 1977), Dino Greco (classe 1987), Rosa Pace (classe 1968), Rosario Cammaroto (classe 1975), Roberto Cosentino (classe 1972), Roberto Cerami (classe 1973), Daniele Buttafuoco (classe 1988) e il detenuto nel carcere di Padova Mario Pace (classe 1959).
L’attività investigativa è stata imponente e avrebbe permesso di ricostruire il sistema impiegato per gestire l’attività criminale. Lo smercio degli stupefacenti si snodava a partire da un’attività commerciale dell’hinterland etneo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i sodali del gruppo avrebbero pianificato furti e rapine per finanziare l’acquisto di grosse partite di droga, necessarie peraltro a rifornire il mercato di stupefacenti di altre province siciliane. A impartire le direttive i cosiddetti pizzini di un detenuto condannato all’ergastolo.