Omicidio Palagonia, il consigliere aveva un’arma Ha sparato all’assassino, ma ha colpito il barista

Nel bar di via Vittorio Emanuele, a Palagonia, sono stati esplosi tre colpi d’arma da fuoco. Due li ha sparati il killer, un terzo colpo – quello che ha ferito il barista 52enne Paolo Sangiorgi a un arto inferiore – sarebbe stato esploso dalla vittima, il consigliere comunale Marco Leonardo. A presentarsi al comando dei carabinieri, in compagnia della sua avvocata, è stato Francesco Calcagno, bracciante agricolo palagonese sulla cinquantina, che ha confessato il delitto davanti agli investigatori. L’omicidio sarebbe avvenuto per un debito che Leonardo, o qualcuno a lui vicino, avrebbe avuto nei suoi confronti. Con piccoli precedenti penali per truffa aggravata ai danni dello Stato e ricettazione, Calcagno avrebbe usato la sua arma dopo una lite avvenuta all’interno del Cafè Europa, uno dei principali del piccolo Comune calatino.

La dinamica esatta di quanto avvenuto deve essere ancora accertata. E le armi devono essere ancora ritrovate, perché sono sparite dal luogo del delitto, in pieno giorno. Secondo una prima ricostruzione, supportata dalle dichiarazioni dei testimoni all’interno dell’esercizio commerciale, Leonardo e Calcagno avrebbero avuto appuntamento all’interno del bar. Lì sarebbe iniziata una discussione, anche vivace, durante la quale il consigliere comunale si sarebbe allontanato per andare alla sua macchina. Dall’automobile, secondo gli investigatori, Leonardo avrebbe preso la pistola. Questione di pochi secondi: il tempo di percorrere i pochi metri che distanziavano la vettura dall’ingresso del bar. La sparatoria sarebbe iniziata sulla soglia: l’assassino avrebbe puntato l’arma verso l’ingresso, Leonardo verso il suo killer. 

Non è ancora stato definito chi abbia sparato per primo. Quel che è certo è che il colpo esploso dal consigliere comunale ha raggiunto il barista e titolare del locale e centro scommesse, che adesso si trova ricoverato all’ospedale di Militello Val di Catania; mentre dei due colpi dell’assassino almeno uno ha raggiunto Leonardo, uccidendolo. L’autopsia sul corpo è fissata per le prossime ore. Per il momento la pista mafiosa è stata completamente esclusa: nonostante in un primo momento si sia pensato alla criminalità organizzata, il fatto che Francesco Calcagno si sia costituito porterebbe le indagini altrove. La versione fornita dal reo confesso, comunque, deve ancora essere verificata dagli inquirenti, che si mantengono cauti sul movente.

Francesco Calcagno è padre di Salvatore, un uomo di 31 anni che nel 2011 è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. A seguito di una lite all’interno di un bar del centro, Salvatore avrebbe accoltellato un altro giovane palagonese. Di Marco Leonardo, invece, si è parlato a proposito dell’arresto, nel 2008, per una truffa all’Inps che riguardava la percezione di un’indebita indennità di disoccupazione. Il suo nome, però, fa capolino, come svelato da MeridioNews, anche tra le carte dell’inchiesta antimafia Iblis su mafia, politica e imprenditoria. Le intercettazioni raccontano dei suoi rapporti con Alfonso Fiammetta, presunto boss palagonese, e con Franco Costanzo, detto Pagnotta, poi condannato per mafia – proprio nel processo Iblis – per via del suo ruolo all’interno della criminalità organizzata del Comune calatino. Leonardo era stato eletto al consiglio comunale di Palagonia nel 2012, con 188 preferenze nella lista Palagonia futura. Già nel corso della precedente tornata elettorale aveva tentato l’ingresso al municipio: con Progetto Palagonia aveva ottenuto 120 voti, risultando il primo tra i non eletti del suo gruppo.


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