Omicidio Mariella Cimò, arresti domiciliari per Salvatore Di Grazia

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla scomparsa di Mariella Cimò, la donna siciliana sparita il 25 agosto 2011, dalla sua abitazione di San Gregorio (Catania), di cui ancora non si ha alcuna notizia .

Il Gip del Tribunale etneo, Alessandro Ricciardo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha concesso gli arresti domiciliari a Salvatore Di Grazia. L’uomo, difeso dall’avvocato Salvatore Rapisarda, era stato arrestato lo scorso 26 novembre con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere con l’aggravante del legame familiare e della crudeltà.

L’uccisione della moglie, a detta degli inquirenti, sarebbe stata l’esito dell’ennesima scenata di gelosia da parte della stessa, imputabile alle continue scappatelle del marito. Il quale, impunemente, utilizzava come garconiere l’autolavaggio di cui la Cimò aveva chiesto ripetutamente e con insistenza la chiusura. (a sinistra, Salvatore Di Grazia, foto tratta da crimeblog.it)

Non c’è pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Con queste motivazioni la Procura di Catania, presieduta da Giovanni Salvi, ha stabilito che la misura cautelare di custodia in carcere per Di Grazia, non è più necessaria.

Il 20 dicembre scorso il Tribunale del Riesame, presieduto dal pubblico ministero (pm), Maria Grazia Vagliasindi, aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare, respingendo l’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, di scarcerazione o, in subordine, degli arresti domiciliari, in quanto il suo assistito supera i 75 anni di età.

La detenzione domiciliare è stata richiesta al Gip dal pm, Angelo Busacca, titolare dell’inchiesta, in seguito alla conclusione delle indagini. Il quadro probatorio risulterebbe completo e da questo si potrà procedere al giudizio immediato per Salvatore Di Grazia. L’uomo, però, non potrà fare ritorno nella sua nuova abitazione, a Lavinaio, e al momento risiede in un appartamento messo a disposizione dalla Giustizia, con il provvedimento di divieto di avvicinamento da parte di chicchessia.

La sua villa, nel frattempo, è ‘abitata’ da Giuseppa Grasso, la colf che Di Grazia ha assunto dopo la scomparsa della moglie e che ora risulta essere indagata per favoreggiamento personale. Alla donna e al marito di lei è stata affidata, da parte del Di Grazia, la gestione della casa, dell’autolavaggio di Aci Sant’Antonio e di tutte le proprietà appartenenti alla stessa Mariella Cimò. (a destra, una foto di Mariella Cimò tratta da crimeblog.it)

Intanto le ricerche della donna proseguono, ma i familiari di Mariella si dicono sconfortati. “Purtroppo siamo del parere che nostra zia non verrà più ritrovata”, hanno detto a LinkSicilia, Massimo Cicero e Antonella Cicero, nipoti di Mariella.

“La cosa che ci sconvolge di più è il dolore per la perdita della zia e la paura che sia stata tradita dalle persone che riteneva essere a lei più vicine, incarnazione probabile di un astuto cavallo di Troia. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso, con la giusta lente d’ingrandimento”.

 

 

 

 

 


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