Si tratta di Alessandra Ballarò. Si sarebbe intromessa solo dopo l’accesa lite fra il padre e le due vittime, rientrando in casa per prendere la pistola e poi fare fuoco. Rimasta sul luogo del delitto, avrebbe confessato subito agli agenti accorsi sul posto, ma dell’arma nessuna traccia
Omicidio Arenella, nuovi risvolti: fermata una 20enne Vecchi rancori tra le famiglie e una proprietà contesa
Alessandra Ballarò, classe 1997. Avrebbe finalmente un volto e un nome il responsabile della sparatoria avvenuta ieri intorno alle 17.30 in piazzetta Caruso all’Arenella. Quattro i colpi sparati in tutto, che hanno ucciso il 37enne Leonardo Bua, raggiunto in pieno volto e ritrovato esanime sui gradini d’ingresso della palazzina in cui abitava, e il fratello 40enne Giuseppe, colpito al fianco e adesso ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione di Villa Sofia, dove è piantonato. Repentino l’intervento della Mobile, che ha trovato la ragazza, 20 anni a novembre, in casa sua, a due passi dalla scena del delitto. Avrebbe confessato immediatamente, all’arrivo degli agenti. Manca ancora la confessione giuridica, quella cioè in presenza di un avvocato, ma sarebbero stati trovati degli elementi su di lei che confermerebbero questa prima versione.
Il movente sarebbe da rintracciare nei dissidi che si trascinavano da tempo per una proprietà contesa fra i due vicini di casa. Le due famiglie infatti, Bua e Ballarò, abitavano «porta a porta», come raccontano i tanti residenti delle vie limitrofe accorsi ieri sulla scena. Il motivo della discordia sembrerebbe proprio essere una casa che i familiari della vittima avrebbero acquistato dalla famiglia della ragazza. Di certo c’è che i Ballarò avevano in casa una pistola, quella che Alessandra avrebbe preso, rientrando in casa dopo la lite fra i rispettivi capifamiglia, per sparare i colpi. Gli inquirenti stanno cercando altri dettagli per ricostruire la dinamica. Intanto, confermano che a sparare sarebbe stata solo lei. Della lite degenerata poi nella sparatoria esisterebbe anche un video realizzato col cellulare da un testimone, che immortalerebbe proprio gli istanti cruciali di quanto accaduto, recuperato dagli agenti della Mobile e adesso al vaglio degli inquirenti.
Sembra anche che nel cortile teatro dell’omicidio, sul quale si affacciano le abitazioni delle due famiglie rivali, fossero presenti alcune telecamere installate dai Ballarò per monitorare i Bua a loro insaputa, sfruttando alcuni fori nei vasi di piante che adornano il cortile. Tutto ritrovato al momento della perquisizione nelle abitazioni delle persone coinvolte. Le immagini mostrerebbero quanto accaduto: la lite sarebbe degenerata tra i capifamiglia, solo dopo sarebbe intervenuta la figlia dei Ballarò, Alessandra, che sarebbe rientrata in casa per prendere l’arma, per poi uscire nuovamente nel cortile e fare fuoco contro i due fratelli, centrandoli due volte su quattro. Una sorella della ragazza sarebbe intervenuta in soccorso della vittima poi deceduta, mentre il fratello della giovane, sentito in questura questa notte, adesso sarebbe indagato per favoreggiamento con l’accusa di aver fatto sparire la pistola.