Il birrificio artigianale acese porta avanti ala sua produzione con prodotti del territorio e secondo metodi e ricette tradizionali. Guarda l'intervista andata in onda su Radio Fantastica
Officina brassicola siciliana pronta a nuova ricetta. «Birra artigianale continua a essere la preferita»
Appena usciti dalla pandemia, ora abbiamo altra situazione critica dal punto di vista delle materie prime. Tuttavia il nostro prodotto continua ad avere un buon trend. Le birre artigianali continuano a essere preferite a quelle industriali. Questo ci dà forza e speranza». L’Officina brassicola siciliana è una delle realtà che continua a crescere sul territorio alle pendici dell’Etna. Salvo Fiamingo e Giuseppe Milone portano avanti il birrificio artigianale di San Giovanni Bosco, nell’Acese, dove hanno dato vita a due varietà prodotte secondo metodi tradizionali e provenienti dall’Etna, come l’acqua che sgorga dal vulcano e il miele di Zafferana etnea. La Rais e la Criata sono le due creature col marchio dell’Officina e, con le loro peculiarità nate dalla passione artigiana siciliana si sono attestate sempre di più fino a ricevere riconoscimenti internazionali. La produzione delle due birre prendono il nome da due antichi mestieri siciliani: il Rais, capo delle operazioni di pesca del tonno, e la Criata, nome che assumeva la donna di casa che lavorava nelle case dei nobili. Nonostante le ripetute crisi, non ultima quella dei rincari dell’energia elettrica e delle materie prime, Fiamingo, ai microfoni di Radio Fantastica, nel corso di FantaMagazine, ha lanciato un’altra novità che l’Officina brassicola siciliana si appresta a fare gustare a clienti e appassionati presenti e futuri. «Si tratta di una terza ricetta dedicata ai luppoli, dopo aver incentrato la produzione su lieviti e malti», svela Fiamingo.
Aumentando il prezzo delle materie prime, con i conseguenti rincari e la siccità legata a eventi meteo estremi, il 34 per cento dell’orzo, elemento fondamentale per produrre la birra, è calato rispetto al 2021. A segnalare quest’ultimo dato è stato il Consorzio nazionale birra italiana. «Abbiamo riscontrato un aumento dei costi nel packaging, dopo che le vetrerie hanno aumentato i prezzi, inoltre abbiamo dovuto rivedere tutte le scadenze che avevamo previsto – sottolinea Fiamingo – Per venire incontro a questa situazione a luglio abbiamo diversificato i servizi concentrandoci su fusti o vuoti a rendere: fin quando riusciremo ad ammortizzare i rincari – conclude – lo faremo, vogliamo che i clienti possano godere di un buon prodotto senza doversi svenare troppo. Nella speranza che tutto possa rientrare nella normalità».