Nuovo Governo, la fiducia è d’obbligo

La ‘Rivoluzione’ c’è, è inutile negarlo. Intanto, in Sicilia, anzi, nella storia dell’Autonomia siciliana, non si era mai vista una giunta con sette donne. Un fatto positivo. Molto positivo. Non è una questione d ‘genere’: è una bella novità. Un cambio di passo. Un cambiamento rispetto a ciò che in Sicilia sembrava eterno: ovvero una politica dominata dagli uomini.

Invece si cambia. Certo, questa è la partenza. D’ora in poi, tutte le potenzialità, tutte le innovazioni, tutti i cambiamenti andranno misurati sul campo. Giustissimo. Però il cambiamento c’è. Radicale, per certi versi. Nel metodo e nel merito.

I Partiti tradizionali non restano fuori. Semmai, fuori dal Governo restano gli uomini (e qualche donna) di Partito. Ciò non significa che viene meno la funzione essenziale dei Partiti. Perché in questa legislature, di certo più che in molte legislature del passato, un ruolo centrale lo giocherà il Parlamento siciliano.

Se la Sicilia deve cambiare – e noi crediamo che possa cambiare, alla faccia del fatalismo e alla faccia di chi scambia la letteratura, anche alta, per la realtà, dimenticando che la letteratura puù servire non soltanto per descrivere la realtà, ma anche per cambiarla – ebbene, i cambiamenti dovranno partire da Sala d’Ercole. Nelle democrazia si governa con le leggi. E la funzione del Legislatore resta fondamentale.

Il grande errore del Governo Lombardo – uno dei tanti grandi errori – è stato quello di governare senza l’apporto del Parlamento siciliano. Che è stato coinvolto solo nei momenti peggiori, su scelte politiche e amministrative pessime.

Valga per tutti quello che è avvenuto lo scorso aprile, quando il Governo Lombardo ha trascinato l’Assemblea regionale siciliana (che in verità non ha fatto molto per non lasciarsi ‘trascinare’) nell’approvazione di una manovra economica folle, dove si programmava una spesa di soldi che non c’erano, con una previsione di legge che prevedeva la contrazione di un mutuo per pagare la spesa corrente! Una manovra che, per fortuna, è stata bloccata dall’Ufficio del commissario dello Stato.

Questo è stato anche il Governo Lombardo. E questa è stata anche la vecchia Assemblea regionale siciliana. Un Governo che ha provato a sostituire le leggi approvate dall’Ars con semplici provvedimenti amministrativi. Com’è avvenuto con la formazione professionale siciliana. Un’altra follia. Uno ‘stile’ amministrativo che i ‘giuristi’ del vecchio Governo avrebbero dovuto evitare. ‘Prove tecniche’ di sfascio della Regione che la vecchia Ars avrebbe dovuto censurare.

E oggi? La partenza del Governo Crocetta è buona. Anche se non mancano i ‘distinguo’ e i ‘mal di pancia’. In parte legittimi, in parte fuori luogo.

La formazione professionale, per esempio. Si lamenta la giovane età della giovane assessore, Nelli Scilabra. Considerata troppo vicina al Pd. Allora diciamola tutta: se il presidente Crocetta avesse nominato Franco Rinaldi, cognato di Francantonio Genovese, uomo forte della formazione professionale in Sicilia, avrebbero detto che il Pd faceva del settore “casa e putia” (casa e bottega). Se avesse nominato Luigi Cocilovo, ebbene, avrebbero detto che era uomo Cisl, organizzazione sindacale con interessi nella formazione professionale.

Invece il presidente ha scelto, in accordo con il Pd, una ragazza di 29 anni. Prima di parlare le diamo sei mesi di tempo per capire cosa intende fare? O dobbiamo mettere subito il carro davanti ai buoi perché è del Pd? E poi il Pd – Partito verso il quale non siamo spesso stati teneri – fa parte della coalizione che ha vinto le elezioni. Ed è giusto che governi. La democrazia è anche questo.

E poi, a volerla dire tutta, il presidente Crocetta ieri, ha detto che il risanamento finanziario della Regione avverrà riqualificando la spesa. Senza macelleria sciale. Queste parole dovrebbero suonare come una garanzia per i diecimila dipendenti della formazione professionale.

Qualcuno ha fatto notare che personaggi che stavano con Lombardo e, addirittura, nel Pdl, sono rimasti a propri posti. Magari è anche vero. Però non si può non notare un cambiamento radicale rispetto ai metodi – e alle alleanze – della vecchia giunta Lombardo.

Rispetto alla gestione delle Attività produttive – altro settore centrale per il rilancio dell’economia siciliana – c’è grande discontinuità rispetto ai metodi dell’ex presidente della Regione.

Come abbiamo scritto ieri, la liquidazione dei vecchi Consorzi Asi a la contestuale istituzione dell’Istituto regionale per le attività produttive (Irsap) è stata una delle pochissime riforme varate dal passato Governo. Una riforma voluta dall’ex assessore, Marco Venturi. Osteggiata, però, dallo stesso Lombardo. Che, nei suoi ultimi mesi di Governo, ha costretto alle dimissioni l’ex assessore Venturi. Storia tremenda, con micidiali interessi mafiosi, che noi abbiano anche raccontato in un video.

Ebbene, oggi ci sono tutti i presupposti per completare l’opera di rinnovamento di questo settore nevralgico della vita pubblica siciliana. Chiudendo definitivamente il capitolo del malaffare. E creando i presupposti per un corretto sviluppo economico. Non è una cosa di poco conto. Anzi.

Insomma: i nomi di questa nuova giunta regionale lasciano ben sperare. In altra parte del giornale parliamo di Patrizia Valenti e del coraggio che ha sempre dimostrato nel suo lavoro. Ma, accanto a lei, ci sono altre figure di spicco.

Siamo troppo ottimisti? Per una volta proviamo a far prevalere l’ottimismo della volontà. Chissà, magari è la volta buona per cambiare la Sicilia. (g.a.)

(Foto di prima pagina tratta da casteltermini24.it)

 

 


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