Le tensioni di cassa - ovvero la mancanza di liquidità - si verificano due giorni prima che l'Aula e la Commissione Bilancio e Finanze inizino le rispettive discussioni sulla mozione di censura al Segretario generale della presidenza della Regione, dottoressa Patrizia Monterosso, e sul nuovo mutuo da due miliardi di euro
Novembre senza stipendi per i 90 parlamentari dell’Ars Guarda caso mercoledì ci sono due sedute importanti…
Niente soldi per i deputati di Sala d’Ercole. Lo avrebbe comunicato stasera l’ufficio Ragioneria di Palazzo Reale, la damascata sede del Parlamento siciliano. Motivo: problemi di liquidità. Volendo ci sta: con la crisi finanziaria della Regione le cosiddette tensioni di cassa sono ormai all’ordine del giorno.
Tuttavia, tra i parlamentari regionali non mancano i malumori. Di solito, il 24 di ogni mese le indennità per i 90 deputati, bene o male, si trovano sempre. Certo, dal 2008 ad oggi non sono mancati i mesi in cui sono stati registrati ritardi. Tanto che le malelingue, sia con la presidenza di Raffaele Lombardo, sia con l’attuale presidente, Rosario Crocetta, in presenza di tensioni di cassa, hanno fatto trapelare una sorta di guerra guerreggiata tra i due Palazzi della politica siciliana. I Palazzi sono, ovviamente, il già citato Palazzo Reale, come già accennato sede dell’Ars, e Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Regione.
Sia ai tempi di Lombardo, sia con l’attuale Governo non sono certo mancate le polemiche tra Governo regionale e Assemblea regionale siciliana. La legge elettorale che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della Regione – questa è storia nota – non ha bilanciato bene l’equilibrio dei poteri tra esecutivo e legislativo. Il presidente della Regione non è più espressione dell’Aula, nomina gli assessori e sconta difficoltà solo nel momento legislativo e nei passaggi parlamentati tormentati. Solo, per l’appunto, durante le discussioni sulle leggi – sul Bilancio soprattutto – il Governo deve cedere. Per il resto, l’Ars deve subire.
Guarda caso – e questo è un particolare che non sfugge agli osservatori – le tensioni di cassa di stasera che stanno lasciando senza indennità mensile i deputati, coincidono con due appuntamenti parlamentari piuttosto insidiosi per il Governo di Rosario Crocetta. Mercoledì prossimo, infatti, si prevede maretta sia in Commissione Bilancio e Finanze, sia in Aula.
In Commissione Bilancio e Finanze dovrebbe arrivare un bizzarro disegno di legge: si tratta del provvedimento che prevede l’accensione di un misterioso mutuo da 2 miliardi di euro che, come abbiamo raccontato stamattina, avrebbe dovuto essere anticipato da un dibattito tra le forze politiche (si tratta pur sempre di un nuovo, pesantissimo indebitamento di famiglie e imprese siciliane!), dal Def, il Documento economico e finanziario e dal Bozzone di Bilancio e Finanziaria 2015.
Invece il Governo Crocetta, ignorando bon ton e prassi parlamentare, ha spedito il disegno di legge sul nuovo mutuo direttamente in Commissione Bilancio e Finanze, senza nemmeno richiedere il parere della Commissione legislativa di merito, ovvero la Commissione Sanità. Passaggio che sembrerebbe logico, visto che con questi 2 miliardi di euro si dice che dovrebbero essere pagate le Aziende sanitarie provinciali della Sicilia.
Insomma, siamo davanti a un Governo che vorrebbe imporre agenda politica e parlamentare all’Ars: e non è detto che l’operazione riesca. Anzi. Insomma, non sono improbabili le polemiche.
Un altro passaggio delicato – questa volta previsto in Aula – è la mozione di censura per il Segretario generale della presidenza della Regione, dottoressa Patrizia Monterosso. Contro questa mozione è intervenuto lo stesso presidente Crocetta sostenendo che si tratta di un’ingerenza del Parlamento sul Governo. Ma è stato smentito da un precedente del 2005, cioè da una mozione che metteva addirittura in discussione tutti i dirigenti generali nominati dall’allora presidente della Regione, Totò Cuffaro. Del resto, se il Parlamento non può nemmeno discutere di un atto del Governo – e la nomina del Segretario generale è un atto del Governo – che cosa ci sta a fare?
In difesa della dottoressa Monterosso, anche se in modo velato, sono scesi in campo il senatore Giuseppe Lumia e il leader di Sicilia Democratica, Lino Leanza, alleati di ferro dopo l’ultima crisi di Governo, se è vero che l’assessore alle Risorse agricole, Nino Caleca, sarebbe molto vicino a entrambi.
Mercoledì, per la dottoressa Monterosso e per i suoi sponsor, sarà un momento delicato. Perché l’Aula dovrà, con un voto, stabilire se la mozione di censura dovrà andare in discussione in Parlamento per essere discussa e votata.
Sono, insomma, questi due appuntamenti parlamentari di mercoledì che hanno fatto storcere il naso a tanti deputati. Nessuno, ovviamente, si sogna di affermare che il Governo Crocetta avrebbe provocato questa tensione di cassa per mandare a dire ai parlamentari: comportatevi bene e, soprattutto, attenti come votate in Commissione Bilancio e Finanze e, soprattutto, in Aula.
Però qualche cosa di strano c’è in questa tensione di cassa che, guarda caso, sta cadendo a fagiolo. I soldi, all’Ars, li eroga la Ragioneria generale della Regione (che, peraltro, quest’anno è in notevole ritardo con le erogazioni nei riguardi di Palazzo Reale). Ufficio che, è noto, fa capo all’assessorato regionale all’Economia e, quindi, alle strette dipendenze del Governo regionale…