«Nostri periti inattendibili?». Risposta dei No Muos «Attaccano il ragionatore, anziché il ragionamento»

«Quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore». Gli attivisti No Muos prendono in prestito le parole dello scrittore francese Paul Valéry per rispondere all’attacco dell’Avvocatura dello Stato che, per conto del ministero della Difesa, ha depositato una nota in vista dell’udienza del Cga prevista per giovedì prossimo. Il documento, oltre a ribadire la non pericolosità per la popolazione dell’impianto satellitare Usa di Niscemi, mette in discussione le competenze dei consulenti tecnici del movimento, definendoli «privi dell’indispensabile esperienza di settore e di pubblicazioni scientifiche pertinenti». 

«Un attacco professionale e personale al lavoro svolto dal nostro team di tecnici che ci ha egregiamente affiancato», rispondono i comitati No Muos. A finire al centro delle critiche dell’Avvocatura sono, tra gli altri, i fisici Massimo Zucchetti, nel 2015 nella short list dei candidati al nobel per la Fisica, il collega Massimo Coraddu, del politecnico di Torino, e Fiorenzo Marinelli, biologo e ricercatore all’istituto di Genetica molecolare del Cnr di Bologna.

La varietà delle competenze era necessaria, secondo gli attivisti, per «indagare sui vari aspetti della questione, dato che la costruzione del Muos ha comportato un impatto ambientale non indifferente. Basti citare – dicono – l’inquinamento dei motori a gasolio, le criticità sismiche o lo studio delle specie protette dell’area». Ecco perché, continuano, «il team di scienziati No Muos volutamente non è composto solo da ingegneri elettronici, cosa velatamente auspicata dal consulente del ministero della difesa. Ne fanno parte fisici teorici, medici, geologi, biologi, chimici».

I diretti interessati rispondono ricordando il lungo elenco di pubblicazioni e contributi su riviste e convegni scientifiche internazionali attinenti la materia del contendere. Il professore Zucchetti sottolinea che insegna Radiation protection al Politecnico di Torino sin dal 1993 e annuncia inoltre che seguirà le vie legali per difendersi. «Non intendo entrare nel merito di codeste ed altre affermazioni, verso le quali – essendo state depositate in un tribunale – chiederò, per quanto mi riguarda, che sia la magistratura a verificare se siano lesive o meno della mia figura professionale, ed eventualmente accertare l’entità dei danni».

Un botta e risposta in attesa dell’udienza del Consiglio di giustizia amministrativa che si terrà giovedì prossimo, 25 gennaio, in cui i giudici sono chiamati a decidere sul ricorso presentato dal ministero della Difesa contro la sentenza del Tar di Palermo che aveva dichiarato abusivi i lavori per la realizzazione del Muos. L’impianto resta sotto sequestro penale, decisione confermata anche dalla Cassazione.


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