Dopo il parere negativo degli uffici e la contrarietà del sindaco Orlando, anche dalla regione arriva il diniego perché la proposta progettuale consiste solo «in uno studio di prefattibilità non adeguato», senza i «necessari pareri di compatibilità geomorfologica»
Non si farà nessun hotspot allo Zen di Palermo Arriva il no del Consiglio regionale dell’urbanistica
Non si farà l’hotspot per migranti a Palermo. Lo ha sancito il Consiglio regionale dell’Urbanistica (Cru), presieduto dall’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente Totò Cordaro, che ha analizzato la documentazione tecnica arrivata dalla prefettura. Dopo il parere negativo degli uffici e la contrarietà espressa dal sindaco Orlando e da tutto il consiglio comunale, anche dalla regione arriva il diniego.
La struttura che sarebbe dovuta sorgere allo Zen in fondo San Gabriele, terreno confiscato di proprietà del Comune dal 2000, pensata per rimanere due anni al costo di 7,2 milioni di euro, sarebbe dovuta servire per consentire di svolgere le operazioni di identificazione e prima accoglienza dei migranti sbarcati al porto. La soprintendenza, per di più, preso atto dell’interesse pubblico dell’opera, aveva rappresentato l’inadeguatezza della proposta progettuale per la presenza sul sito di Quanat e di resti di insediamenti ascrivibili all’età del rame nell’immediato sottosuolo.
È stato espresso parere negativo, però, perché la proposta progettuale consiste soltanto in uno studio di prefattibilità «già di per sé non adeguata, che non è stata accompagnata, né poteva esserlo, dai necessari pareri di compatibilità geomorfologica, di competenza dell’ufficio del genio Civile ed era inoltre carente dei pareri di competenza della Soprintendenza sotto l’aspetto paesaggistico, ma ancor di più vincolistico».
«Ho preso atto dell’inadeguatezza della proposta in argomento – afferma Totò Cordaro – e dell’intendimento tecnico del Consiglio, che si pone alla base della scelta politica che il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha seguito con estrema attenzione i singoli passaggi dell’intero percorso, ha condiviso, anche a seguito del confronto che si è svolto la settimana scorsa con il sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani».
«A ciò si aggiunga che il negativo pronunciamento del consiglio comunale di Palermo rappresenta un ostacolo insormontabile – aggiunge Cordaro -, in ragione del fatto che l’amministrazione è proprietaria dell’area e rimane l’unica autorità competente in materia di pianificazione territoriale. Va rilevato, inoltre, sotto l’aspetto urbanistico più generale, che il sito ha una viabilità non adeguata, che conduce a un’area a parcheggio di pertinenza del velodromo di Palermo».