A causa del suo abbigliamento informale al primo cittadino messinese è stato impedito l'accesso a palazzo dei Normanni. Renato Accorinti era atteso per discutere dei problemi che riguardano i trasporti nella città dello Stretto. Amaro il suo commento: «Qui c'è gente che in giacca e cravatta ha stuprato la Sicilia»
Non indossa la cravatta, Accorinti fuori dall’Ars Il sindaco: «Mancanza di rispetto verso Messina»
Fuori da palazzo dei Normanni perché non indossa la cravatta. È accaduto a Renato Accorinti, primo cittadino di Messina, convocato all’Assemblea regionale per discutere di alcuni temi che riguardano la città dello Stretto. «È incredibile che nel 2015 un sindaco, che rappresenta la terza città della Sicilia e 250mila abitanti non venga fatto entrare all’Ars, solo perché non indossa la cravatta. Sono stato convocato per discutere di problemi importanti che riguardano i trasporti di un’ampia comunità e guardano solo il mio abbigliamento?», si chiede.
Il suo stile informale, spiega Accorinti, finora non gli ha causato problemi del genere. «Questi atteggiamenti razzisti esistono solo all’Ars – sbotta – Sono andato a parlare con Matteo Renzi e il Papa, domani sarò dal ministro Maurizio Lupi con il quale già mi sono incontrato e nessuno mi ha fatto mai problemi». E, continua il sindaco, «è assurdo giudicare una persona per come si veste, perché ha un tatuaggio, un orecchino o perché ha una determinata fede o tendenza sessuale. È veramente incredibile quello che mi è successo, se veniva uno sceicco o Alexis Tsipras, che non indossa la cravatta, che facevano? Non permettevano loro di entrare? Penso proprio di no».
Quanto accaduto oggi secondo Renato Accorinti «non è una mancanza di rispetto non verso di me, ma nei confronti della città di Messina che io rappresento. Ero venuto qui per parlare di una problematica come quella dei trasporti con un sistema ferroviario tra i peggiori d’Europa, e non mi fanno entrare? È una cosa folle e chiedo formalmente di eliminare un regolamento così arcaico». Il primo cittadino conclude con un commento amaro: «Qui c’è gente che in giacca e cravatta ha stuprato la Sicilia».