No Sugar tax e Plastic tax. Appello al Governo da parte degli imprenditori: «Costretti a licenziare»

«Depennare definitivamente la Sugar Tax dall’agenda governativa». Gli imprenditori attivi nel settore della produzione di bevande chiedono all’Esecutivo un cambio di rotta. Sul banco la tassa sullo zucchero, o meglio su una parte dello zucchero, tanto cara al Movimento 5 Stelle ai danni delle imprese attive nel settore. E proprio le aziende, davanti al prelievo di questo tributo, potrebbero trovarsi con le spalle al muro: pagare lo Stato o i dipendenti. Non potendo evitare i versamenti al fisco, l’alternativa è licenziare i lavoratori per contenere i costi. A ciò si aggiunge un altro controsenso: perché tassare lo zucchero nelle bibite e non in tutti gli alimenti? Interrogativo che non ha mai ricevuto risposta, neanche da parte dei pentastellati che hanno mascherato il provvedimento come un modo per fronteggiare l’obesità.

«Nell’augurare buon lavoro al premier Meloni e al nuovo Governo, l’auspicio è quello di veder mantenute le promesse a sostegno delle imprese – con l’obiettivo di contrastare la recessione del Paese e dei territori cosiddetti “fragili” – e di mettere sul tavolo azioni puntuali e veloci per bucare e sgonfiare la bolla speculativa in atto». Così Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg Coca-Cola, tra le realtà siciliane più virtuose e impattanti sul fronte occupazionale ed economico, si è rivolto alla neo Presidente del Consigio dei Ministri. Nonostante l’importanza della sua realtà imprenditoriale, sugar tax e plastic tax peserebbero come macigni sulla tenuta dei conti. In un periodo dove il caro bollette e i rincari sulle materie prime sono ormai evidenti, l’applicazione di questi truibuti potrebbe costituire una batosta irreversibile.

«Queste tasse – continua Busi – negli ultimi anni hanno tenuto in ostaggio imprenditori e lavoratori, rallentando la programmazione a breve e medio termine. L’industria food e drink ha sempre trainato l’economia, adesso è giunta l’ora di preservare la filiera e di rilanciarla attraverso incentivi e sostegni reali. Un settore, che nonostante tutto, continua a resistere, incidendo fortemente sul Pil e sull’occupazione. Ci uniamo all’appello di Assobibe, l’Associazione italiana industria bevande analcoliche, chiedendo un intervento urgente per cancellare la Sugar tax, la cui entrata in vigore è prevista il 1° gennaio 2023. Non basta e non serve una ulteriore proroga: chiediamo a gran voce l’abolizione di questa misura, che di certo non influisce sulla salute dei consumatori, ma che invece decreterebbe la morte certa di tantissime aziende».

I rischi, con evidenti risvolti sul mantenimento dell’occupazione, sono notevoli. Nonostante gli investimenti per garantire un sistema produttivo più green, rispettoso dell’ambiente e all’avanguardia, tutto potrebbe venire neutralizzato. Anzi, con conseguenze peggiori collegate all’aumento della disoccupazione.

«Con due ministri siciliani – prosegue Busi – siamo certi che la nostra terra, che tutto il Sud, potrà cercare di ripartire, forte dei finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di quello slancio che serve per trovare nuova forza e coraggio per andare avanti».


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