Ieri si è svolto un corteo verso la base della marina militare americana di Niscemi, partito dal presidio No Muos, dove si era svolta nei giorni precedenti la decima edizione del campeggio di lotta No Muos. Il corteo ha raggiunto il cancello principale della base, per poi proseguire verso la stazione del Muos. Il sistema di […]
Corteo No Muos a Niscemi: «Abbiamo tagliato le reti, la polizia ha usato gas tossici»
Ieri si è svolto un corteo verso la base della marina militare americana di Niscemi, partito dal presidio No Muos, dove si era svolta nei giorni precedenti la decima edizione del campeggio di lotta No Muos. Il corteo ha raggiunto il cancello principale della base, per poi proseguire verso la stazione del Muos. Il sistema di comunicazione geosatellitare della marina militare americana che permette le comunicazioni a livello globale di tutti i sistemi d’arma statunitensi, compresi i droni che partono da Sigonella.
Durante il tragitto sono stati effettuati decine di tagli alle reti della base militare, aprendo varchi di diversi metri lungo il perimetro della base, nonostante l’ampia presenza di forze dell’ordine, dentro e fuori la base. «La polizia ha eseguito un fitto lancio di lacrimogeni ad altezza uomo – denunciano gli attivisti – tanto da colpire direttamente diverse persone allo sterno e sulle braccia. Si denuncia anche l’utilizzo di gas CS – continuano – Una sostanza il cui utilizzo è vietato dal diritto internazionale in guerra data la sua alta tossicità, ma utilizzato dalla polizia italiana durante le manifestazioni».
Alcuni momenti di tensione si sono registrati quando la polizia e la Digos hanno provato a fermare alcuni attivisti a manifestazione conclusa, non riuscendoci. «Negli ultimi anni, abbiamo denunciato e sottolineato la tendenza globale alla guerra – affermano i manifestanti – Oggi possiamo dire che siamo in un clima di guerra totale. Con la Palestina nel cuore, la manifestazione e le azioni sono per noi la risposta alla guerra totale: solo i popoli possono fermare la guerra, partendo dai propri territori e dai luoghi che alimentano le guerre in corso, come il Muos di Niscemi».