ORMAI, NEGLI UFFICI DELLA REGIONE SICILIANA, NEL NOME DELLA LEGALITA’ E DELL’ANTIMAFIA, VANNO AVANTI SOLO I RACCOMANDATI. ALCUNI DI QUESTI GUADAGNANO IL DOPPIO. ALTRI SONO SENZA CONTRATTI. LO SCANDALO DEGLI ‘ESTERNI’. LA FARSA DEL RUD. E LE SCENEGGIATE NAPOLETANE DEGLI “ATTI DI INTERPELLO”
Parliamo un po’ della dirigenza della Regione siciliana? Prendiamo spunto da alcune dichiarazioni dell’onorevole Davide Faraone. Parole, le sue, che a noi fanno un po’ sorridere. Considerazioni che la dicono lunga su come la politica siciliana, oggi, non sia nemmeno in grado di capire i risultati dei propri atti.
Faraone è stato per quattro anni deputato regionale. Oggi è parlamentare nazionale e sponsor del Governo regionale di Rosario Crocetta. Dovrebbe almeno sapere – quando parla di dirigenza regionale – di che cosa sta discutendo.
La nostra sensazione è che Faraone non sia a conoscenza di quello che è avvenuto nell’ultimo anno. E che sia ancora fermo ai mille e 800 dirigenti regionali, frutto della legge regionale n. 10 del 2000: e cioè che sono tanti, la metà non utilizzati a pieno eccetera, eccetera.
In realtà, la situazione non è più questa. Lo scenario è peggiorato. E’ peggiorato per l’Amministrazione regionale, che oggi sembra in buona parte bloccata (anche perché mezza Regione è senza soldi). E per gli stessi dirigenti regionali, in massima parte penalizzati. Proviamo a capire che cosa è successo e che cosa succede in questi giorni.
Dopo le rotazioni ‘punitive’ dei dirigenti regionali del gennaio 2013, la contrattualizzazione della dirigenza è stata un gran ‘casino’.
C’è un Fondo unico per la dirigenza che, peraltro, viene utilizzato anche per i dirigenti esterni! Il presidente Rosario Crocetta parla di antimafia, di ‘trasparenza’ di legalità: ma, ad oggi, non si conosce nemmeno il numero di dirigenti esterni all’Amministrazione assoldati dall’attuale Governo!
Questi sono i fatti. Il Fondo unico per la dirigenza – compresa, come abbiamo già accennato, quella ‘esterna’ – recava già una decurtazione del 20% rispetto al precedente esercizio. Ma a quello che avrebbe dovuto essere un taglio uguale per tutti del 20% (comunque illegittimo, visto che il CCRL, all’articolo 42, consente un massimo del 10% in meno rispetto al precedente contratto: ma richiamare leggi e contratti con il Governo Crocetta non serve, perché l’antimafia, si sa, fa quello che vuole: altrimenti che antimafia è?), è diventato invece – almeno per una fascia di dirigenti – un taglio del 50%!
Alcuni dirigenti regionali sono stati penalizzati. Mentre altri, invece, sono stati gratificati con un aumento di posizione e di stipendio! Questo perché, una volta liberate forzosamente (e spesso arbitrariamente) le postazioni dirigenziali, queste sono state ricoperte da dirigenti di posizione inferiore che stavano più simpatici al gruppo di potere in voga.
C’è da pensare che, oltre agli indubbi effetti elettoralistici, le ‘deportazioni’ potrebbero essere servite proprio a mettere gli amici del ‘Cerchio magico’ nei posti giusti.
Non solo. Chi si è sbarazzato dei dirigenti ‘scomodi’ si è tenuto tutto il budget. Se, ad esempio, un Dipartimento poteva contare su 10 dirigenti, dopo le ‘epurazioni’ sono rimasti in cinque col budget invariato. Risultato: i cinque rimasti si ‘ammuccano’ tutto il budget, alla faccia della spending review!
Fine delle sperequazioni? Ma quando mai! Le quote del fondo da destinare ai singoli Dipartimenti per contrattualizzare i propri dirigenti sono state ripartite con lo stesso criterio di “gradimento” al potere. Morale: alcuni dirigenti generali hanno addirittura aumentato i contratti ai loro dirigenti ‘raccomandati’, mentre altri dirigenti generali, invece, non hanno ancora i soldi – dopo un anno e mezzo! – per stipulare i contratti al minimo!
In questo marasma, dove a contare non è più il Diritto, ma le raccomandazioni, ci si arrangia. C’è chi, ad esempio, pensa di andarsene volontariamente in un altro Dipartimento, magari alla ricerca di posizioni dirigenziali “vacanti”. Per scoprire che…
Qui entra in scena un’altra farsa: gli atti d’interpello. Già, gli atti d’interpello per postazioni dirigenziali vacanti che vengono pubblicati sul sito alla voce Rud (Ruolo unico dei dirigenti). Dalla consultazione del quale si traggono interessanti spunti. Ovvero?
Si concorre decine di volte, si invia il curriculum e poi nessuno che risponde o rende noti i criteri di selezione e le risultanze fra le molte candidature. Sembra un racconto di Kafka.
Ai dirigenti regionali non ‘raccomandati’ non resta che prendere atto di essere stati scartati. E qui arrivano le sorprese. Così si viene a sapere che un ingegnere è finito al contenzioso legale, un agronomo al trattamento giuridico del personale e via continuando.
Gli interpelli, spesso, appaiono farseschi, alcune volte tragicomici: formalità da espletare a copertura della libera scelta del raccomandato da parte del dirigente generale/assessore/presidente/segreteria generale.
Direte: perché i dirigenti regionali esclusi non fanno ricorso? Ci risponde un dirigente che, ovviamente, non vuole venire allo scoperto per paura di ‘rappresaglie’: “Qui, con l’aria che tira – ci dice – se uno di noi parla nemmeno il commesso gli fanno fare…”.
E i sindacati? Parliamo, ovviamente, dei sindacati dei dirigenti regionali. Esistono ancora?
Poi arriva l’onorevole Faraone e dice: dobbiamo fare chiarezza sulla dirigenza regionale. Ma ne ha parlato, prima, con il governatore Crocetta, con il senatore Giuseppe Lumia, con Totò Cardinale da Mussomeli? Onorevole Faraone, guardi che lei è renziano, non cuperliano!
Onorevole Faraone, non è che Rosario, Beppe e Totò l’hanno tenuta fuori da questo ‘gioco’?
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