Il parere dell'Istituto superiore di sanità è atteso con molto scetticismo dagli attivisti che si oppongono alla costruzione dell'impianto a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Secondo alcune mail messe in rete da Anonymous, il governo italiano avrebbe mostrato l'intenzione di tutelare gli interessi statunitensi che, a loro volta, avrebbero avuto informazioni di prima mano direttamente dall'Istituto
Muos, per i comitati l’Iss non è imparziale Annunciati per domani i risultati dello studio
Continua a restare alta la tensione nei campi di contrada Ulmo, a Niscemi, dov’è in costruzione l’impianto satellitare voluto dal governo degli Stati Uniti. I lavori sono fermi, bloccati da un’ordinanza della Regione siciliana, anche se i manifestanti che si oppongono all’installazione hanno più volte denunciato attività considerate sospette sotto le grandi parabole all’interno della base Usa.
Per domani – anticipata da qualche indiscrezione – è attesa la relazione dell’Istituto superiore di sanità, ma i comitati No Muos non confidano nel parere dei tecnici ministeriali. Anche perché, spiegano attraverso un comunicato stampa congiunto, «rimane irrisolto il problema della mancanza di dati che dovrebbero essere forniti dalla US Navy, (in quanto le emissioni del Muos non sono misurabili a Niscemi perché le parabole non sono ancora in funzione) e che non sono mai stati forniti». Ma a gettare altre ombre sull’Istituto vi sarebbero alcune mail scambiate tra il tra prefetto di Caltanissetta, esponenti del governo, colonnelli americani e pubblicati in rete da Anonymous. Queste «hanno fatto venire allo scoperto da un lato la determinazione da parte del governo a tutelare in ogni modo gli interessi degli Stati Uniti relativamente alla costruzione del Muos, e dall’altro, l’apertura da parte della Regione al completamento dei lavori – denunciano i comitati – Non capiamo che senso abbia completare i lavori per la predisposizione delle parabole, senza installarle, se poi dovesse essere provato che le autorizzazioni non potevano essere in alcun modo concesse».
La tesi sostenuta dai No Muos è che «sin dall’inizio si conoscevano i risultati dello studio dellIss, che avrebbe negato gli effetti negativi sulla salute umana». Inoltre, «dal carteggio apprendiamo anche che esponenti delle istituzioni statunitensi sostengono di avere informazioni di prima mano direttamente dall’Iss, e questo è un ulteriore elemento che, ove confermato, proverebbe la non indipendenza e imparzialità dellistituto».
Sono tre i fronti giuridici sui quali il coordinamento regionale dei comitati No Muos sono impegnati: «Due ricorsi sono stati presentati dal ministero della Difesa contro la Regione Siciliana e il Comune di Niscemi per lannullamento della revoca delle autorizzazioni all’installazione del Muos e per ottenere un risarcimento danni di 50mila dollari al giorno dal 29 marzo», giorno del blocco disposto dai vertici palermitani. «La legittimazione ad agire del ministero della Difesa è fortemente contestata dai legali del coordinamento, e a tal proposito, il Tar ha richiesto unintegrazione documentale allavvocatura di stato.
La prossima udienza è prevista per il 9 luglio», spiegano dal coordinamento attraverso un comunicato stampa. «Il terzo ricorso è quello presentato dal Comune di Niscemi contro i provvedimenti autorizzatori del Muos rilasciati dalla Regione Siciliana nel 2011». I giudici del Tar hanno affidato ad un tecnico – il preside del dipartimento di Ingegneria dellUniversità di Roma La Sapienza, Fabrizio D’Amore – una relazione sulla questione. Secondo i comitati, il Tribunale palermitano avrebbe intenzione di decidere tutti e tre i ricorsi assieme «giovandosi delle valutazioni tecniche di un organo di verifica tecnica indipendente nominato dallo stesso Tar».