Il sindacato di polizia protesta contro la decisione del questore di derogare la contestazione immediata per alcune infrazioni, come accaduto a Livorno. «Sono città diverse, i problemi da risolvere a Catania sono microcriminalità e prostituzione»
Multe al volo per i motociclisti catanesi Coisp: «Ma le emergenze sono altre»
«Il problema è che Livorno non è Catania». Alessandro Berretta, segretario provinciale Coisp (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forza di polizia), commenta così l’indirizzo proveniente dal questore Marcello Cardona. Che per arginare il fenomeno della guida senza casco, ha disposto il ricorso allo strumento dei cosiddetti verbali al volo. Secondo il sindacato di polizia, la misura adottata rischia di frenare le attività degli agenti, costretti a porre l’attenzione sulle targhe con il rischio di dover tralasciare altre urgenze ben più importanti.
«Il codice della strada, nello specifico l’articolo 201, prevede – dichiara Berretta – che sia possibile derogare al principio della contestazione immediata delle infrazioni soltanto in alcuni casi». Uno di questi «quando è impossibile fermare il motociclo per via dell’elevata velocità. Ma – continua il segretario Coisp – non significa che sia normale far diventare prassi una procedura che andrebbe usata con parsimonia».
Tra i motivi che avrebbero portato Cardona a invitare la polizia ad aumentare il numero dei verbali contestati al volo ci sarebbe, secondo Berretta, il desiderio di ottenere il risultato registrato a Livorno. Dove sotto l’operato dell’attuale questore catanese il numero di guidatori senza casco diminuì sensibilmente. «Riferirsi al caso di Livorno, senza tenere conto delle diversità tra le due città, è sbagliato – commenta Berretta -. A Catania la microcriminalità, la prostituzione andrebbero perseguite con il massimo dell’impegno, e trovarsi costretti a seguire con lo sguardo i giovani senza casco non è il modo migliore per farlo».