Movida, stretta su musica e schiamazzi Ok a zonizzazione acustica: via a multe

Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il piano di zonizzazione acustica che divide la città in 2.829 micro-aree in base a sei classi di rumore tollerato, sia esso musica, clacson, macchinari industriali e così via. Favorevoli i Comitati Civici e il Movimento 139. Un provvedimento che funge da stampella e integra il regolamento sulla movida, dato che più di una volta i titolari dei locali notturni hanno vinto i ricorsi al Tar contro le sanzioni inflitte dalla Polizia Municipale proprio per l’assenza del piano di zonizzazione, obbligatorio per legge e che il capoluogo siciliano attendeva da quasi vent’anni.

La mappatura acustica suddivide la città in base alla presenza di ospedali, scuole, attività commerciali, impianti industriali, quartieri più o meno densamente abitati, strade più o meno trafficate, parchi, e via dicendo, e indica qual è la soglia massima raggiungibile in decibel da un suono prima che scatti la multa. Soglia che sarà evidentemente più bassa accanto ad un presidio sanitario e più alta negli spazi aperti o nelle zone scarsamente popolate. Nessuna eccezione per la fascia costiera, Cantiere navale a parte. Due le fasce orarie previste, notturna (dalle 22 alle 6) e diurna (dalle 6 alle 22). ll sindaco Leoluca Orlando ha espresso il proprio ringraziamento a Sala delle Lapidi «per un lavoro di altissima qualità, frutto di uno studio attento e preciso e che offre oggi uno strumento fondamentale a servizio della città e delle istituzioni, per poter programmare interventi in diversi settori della vita cittadina che tengano nel giusto conto il diritto alla salute, così come il diritto alla vivibilità. Non dobbiamo infatti scordare che di inquinamento acustico e salute stiamo parlando; elementi che richiedono interventi e programmazione basati su dati certi e scientifici».

Il piano antirumore è stato redatto dal Ciriaf, il centro interuniversitario di ricerca di Perugia con il quale Palazzo delle Aquile ha dovuto prima risolvere un contenzioso economico, allungando così i tempi. L’ente di ricerca ha sezionato la città in 2.829 micro-aree sulla base di dati Istat che però ormai risalgono a cinque anni fa, tanto che fra sei mesi l’atto dovrà tornare in aula per un aggiornamento, con questo o con il prossimo Consiglio comunale e dopo nuovi studi da parte dello stesso Ciriaf. Ogni micro-area è stata assegnata ad una classe precisa su una scala del rumore di sei gradi.

La prima classe include le aree particolarmente protette, quali sono appunto gli ospedali, le scuole, i luoghi per il riposo e lo svago, le aree residenziali rurali o di particolare interesse urbanistico, i parchi pubblici. La seconda classe sono le aree destinate ad uso prevalentemente residenziale con traffico veicolare locale, bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali e nessuna attività industriale o artigianale. La terza sono le aree miste con traffico veicolare locale o di attraversamento, media densità di popolazione, attività commerciali (ma non attività industriali); oppure le aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. In quarta classe troviamo le aree di intensa attività umana interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, elevata presenza di attività artigianali; oppure le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, le aree portuali o con limitata presenza di piccole industrie. Nella quinta classe si collocano le aree prevalentemente industriali, interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. La sesta e ultima classe è composta dalle aree esclusivamente industriali, prive di insediamenti abitativi.

Per ciascuna classe i limiti sonori massimi di giorno e di notte sono rispettivamente 50 e 40 decibel per la I classe, 55 e 45 per la II, 60 e 50 per la III, 65 e 55 per la IV , 70 e 60 per la V, 70 e 70 per la VI. «Va notato – affermano da Palazzo delle Aquile – che secondo le rilevazioni condotte da Arpa Sicilia (http://www.arpa.sicilia.it/temi-ambientali/inquinamento-acustico) nella città di Palermo il livello di inquinamento acustico da traffico veicolare non è mai al di sotto dei 40-45 Db, anche di notte e in tutta la città. Questo determina che mentre larga parte della città potrebbe ricadere, per densità abitativa e presenza di insediamenti produttivi, entro la III classe, la presenza del traffico veicolare determina l’effettiva classificazione di ampie zone nella quarta categoria». 

Il centro storico è stato interamente classificato in classe III con diverse microzone addirittura di classe II per la presenza di scuole o strutture ospedaliere. La fascia costiera è classificata al secondo livello fino a poche decine di metri dal mare e al terzo livello nella zona più interna. La zona del porticciolo di Sferracavallo, così come la zona dell’abitato di Mondello e dell’Arenella sono classificati in zona III. «In tutta la città è evidente l’impatto del traffico veicolare sull’inquinamento acustico», sottolineano ancora dall’amministrazione, portando gli esempi dei quartieri Libertà e Strasburgo ma anche di San Giovanni Apostolo-Cep, che, nonostante la presenza di aree verdi e di zone protette come scuole e ospedali, che appartengono alla classe II, sono inserite nella terza e nella quarta categoria a causa di alcune grandi arterie stradali (via Libertà, via Dante, via Lazio, viale Strasburgo, la Circonvallazione, viale Michelangelo, ecc.). Stessa cosa a Sud, con ampie zone in classe IV dalla Stazione Centrale a Brancaccio, in cui si trova una zona industriale di classe V e VI. Alle classi I e II appartiene il complesso Civico-Policlinico.

Ci saranno anche interventi di bonifica (barriere fonoassorbenti e asfalto antirumore) nelle strade in cui la convivenza tra una micro-area verde e una viola sarà particolarmente problematica (laddove, appunto, ci sono ospedali non troppo distanti da fabbriche oppure arterie molto trafficate e rumorose che però ospitano scuole). Un ordine del giorno invita l’amministrazione a centellinare le deroghe per gli spettacoli a cielo aperto, soprattutto quando i locali dispensati sono troppo vicini e i concerti troppo frequenti. 

«È stata approvata dal Consiglio Comunale la delibera che dota la città di un importante strumento di pianificazione a tutela della salute pubblica – commenta Tony Sala del Mov 139 -. Dopo quasi un ventennio Palermo si riallinea alla normativa nazionale, così come è stato con l’adozione di altri atti pianificatori. Non ultimo, l’approvazione dello schema di massima del nuovo piano regolare che fortemente si lega al piano di zonizzazione acustica. In molti lo hanno legato il piano alla movida ma in effetti il rumore trova tantissime sorgenti in città e il traffico veicolare ne è un grande esempio. Al piano di zonizzazione – conclude – devono seguire le azioni con interventi organizzativi o veri e propri interventi tecnici di bonifica. E, poi, il controllo efficace del territorio». 

«Il consiglio comunale di Palermo ha, dopo tempo immemore, approvato il piano di zonizzazione, obbligatorio per legge e indispensabile per dare regole certe a tutela della salute e del sonno in centro storico – dice il capogruppo dei Comitati Civici Filippo Occhipinti -. Anche gli operatori della movida avranno regole più certe e potranno fare investimenti senza assistere, anno dopo anno, alla giungla dei regolamenti. Certo, ora è necessario che il piano venga recepito nei regolamenti già in vigore, non vorremmo che la sua adozione crei confusione. Inoltre è chiaro che senza adeguati controlli, con personale qualificato e strumenti adatti, non sarà possibile applicare il piano per intero senza una valanga di ricorsi. Serve certezza nei controlli, permettendo così l’applicazione della multa ai furbetti ed eliminando ogni arbitrarietà, censurata più volte dal Tar».


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