Amato, Capuana, Carrà, Festa, Giuffrida, Roccasalva, Scuderi. Sono i nomi degli aspiranti primo cittadino del Comune di Motta Sant'Anastasia. A sostenerli una vera e propria armata costituita da 329 wannabe consiglieri comunali. Tante le sfide da affrontare, tra polemiche e intrecci di lungo corso. Ma su tutte domina la questione relativa al gigantesco impianto di gestione dei rifiuti
Motta, elezioni all’ombra della discarica Chi sono i sette candidati sindaco
Poco meno di dodicimila abitanti, una lunga tradizione legata agli sbandieratori dei tre rioni di ispirazione medievale. E poi i numerosi residenti statunitensi impiegati nella vicina base militare di Sigonella, il primo centro commerciale nel Catanese. Ma negli ultimi anni Motta Sant’Anastasia è il Comune più noto per ospitare una delle più grandi discariche della Sicilia, un sito con tre vasche da 2,5 milioni di metri cubi. Sui confini di contrada Tiritì convergono più o meno tutti i programmi degli aspiranti sindaco della cittadina, chiamata alle urne il prossimo 25 maggio. Infatti, a personalità che hanno fatto della lotta all’impianto gestito dalla Oikos spa un tratto distintivo, nelle ultime settimane se ne sono aggiunte di altre più note all’ombra della torre normanna per non aver mostrato un eccessivo impegno nella questione. Sette i candidati alla poltrona più ambita, 17 le liste presentate lo scorso mercoledì 30 aprile per ben 329 candidati al consiglio comunale.
I due contendenti attorno ai quali si concentrano maggiori curiosità e attenzione sono Daniele Capuana e Danilo Festa. Il primo, classe 1978, è stato eletto a 19 anni consigliere comunale nella lista Con Bianco per Catania. La sua biografia è molto densa e contiene anche una breve esperienza come carabiniere, grazie alla quale «si ritrova a Palermo a fare servizio-scorte sul finire degli anni ’90, infuocati da tremendi attentati mafiosi e maxi processi». Diventato anche il più giovane vicepresidente del Consiglio comunale d’Italia, transita al Movimento per l’autonomia e diventa assessore provinciale allo Sport. Espulso dal partito di Raffaele Lombardo per aver sostenuto il candidato del Pdl alle amministrative mottesi del 2009 Salvo Scuderi (suo avversario in questa tornata), vira nuovamente verso il centrosinistra guadagnandosi il consenso del sindaco etneo Bianco. Raccoglie attorno a sé il maggior numero di liste, ben sei: Scelta giovane (movimento che ha fondato lo stesso Capuana), Rivoluzione mottese, Matteo Renzi per Motta, Innova Motta-Piano Tavola, via Luna, Ninfo (dal nome di tre quartieri periferici della cittadina) e Megafono Motta. Critico sul fronte Tiritì, ma non troppo da essere ricordato come tale dai cittadini.
Ben diversa l’esperienza di Festa. Il più giovane tra i candidati, 28 anni, consigliere comunale uscente eletto con il Partito democratico, ha raccolto attorno a #Liberamotta (nome dell’unica lista collegata al suo nome) molti dei rappresentanti del movimento No discarica. Civatiano, ex segretario della sezione del partito, nella sua carriera politica non sono mancati anche momenti di tensione con il Pd. L’ultimo lo lega proprio a Daniele Capuana. La sezione mottese aveva votato Festa come proprio candidato, ma la direzione provinciale è entrata a gamba tesa, commissariando il circolo e togliendo a entrambi la possibilità di utilizzare il simbolo e dando di fatto a Capuana lo status di rappresentante del partito.
Ai due giovani si affiancano due alti esponenti dell’amministrazione comunale uscente. Da una parte il sindaco Angelo Giuffrida. Odontoiatra, già sindaco dal 1995 al 1999, è giunto nel 2009 alla guida del Comune etneo con una lista eterogenea formata dal Pd e tre liste civiche che al suo interno raccoglievano elementi vari della politica più o meno nota locale. Durante il suo mandato è sopravvissuto a due mozioni di sfiducia (l’ultima giunta lo scorso novembre), a un bilancio preventivo 2013 approvato solo due mesi fa e alla chiusura dell’edificio che ospitava le scuole medie, elemento che costringe tutt’oggi gli studenti mottesi ai doppi turni e suscita malumori tra i genitori. Il nome di Giuffrida, che si presenta con Forza Italia e le due liste civiche Primavera e Il bene in comune, compare nel processo Iblis. Uno degli imputati, l’imprenditore Francesco Pesce, ha infatti dichiarato di essere suo amico d’infanzia. Scende in campo anche Anastasio Carrà, presidente del consiglio comunale. Luogotenente dei carabinieri, ha dalla sua il sostegno di Articolo 4 (grazie all’appoggio dei deputati all’Assemblea regionale Valeria Sudano e Luca Sammartino) e delle due civiche Il quadrifoglio e Il sole. Entrambi gli aspiranti sindaco sono stati più volte criticati dentro e fuori l’aula consiliare per un impegno giudicato scarso sul fronte discarica e accusati di avere in famiglia dipendenti della Oikos spa, azienda che gestisce l’impianto. I due sono stati sempre assenti alle varie manifestazioni, ma Giuffrida nelle ultime settimane ha stupito più di un cittadino per il sussulto ambientalista espresso con manifesti e sul blog personale.
Tenta nuovamente la conquista della fascia tricolore Concetto Roccasalva, che aveva già partecipato alle elezioni del 2009. Parte del suo seguito in un primo momento aveva aderito al movimento Liberamotta, salvo poi optare per la corsa in solitaria. È sostenuto dalle liste Insieme per Motta e Autonomia mottese. Quest’ultima per un periodo ha fatto parte dell’amministrazione Giuffrida con due assessori in giunta. Ritirate le deleghe, il gruppo è passato all’opposizione. Da tempo portano avanti la causa della delocalizzazione della discarica mottese, informando i cittadini anche attraverso un blog nel quale si trova online tutta la documentazione relativa alla questione. Elemento curioso, Roccasalva risulta tra gli iscritti al Meetup mottese del Movimento 5 stelle.
I grillini, dal canto loro, presentano Giovanni Carlo Amato. Anche lui è un membro del comitato No discarica, tratto che ben si inserisce tra le battaglie distintive del M5s. Ha lanciato attraverso Facebook un appello a Festa, Roccasalva e Scuderi nel quale si rammarica di non aver raggiunto un accordo comune, una coalizione per «evitare di consegnare il paese nelle mani di Capuana, Giuffrida o Carrà» considerati «l’emblema di un modo di fare politica che non condivido, evito e combatto».
Settimo candidato, di area centrodestra, è Salvatore Maria Scuderi, il quale non espone il vessillo del suo partito e corre con la lista Viva Motta. Coordinatore del Pdl, direttore tecnico della sicurezza dell’aeroporto di Comiso, anche lui non è alla prima esperienza da aspirante sindaco. Nel 2009 il sostegno nei suoi confronti valse l’espulsione dall’Mpa al concorrente di oggi Capuana.
A parte la querelle Festa-Capuana sull’utilizzo del simbolo del Pd e l’intreccio Capuana-Scuderi per gli eventi legati alle passate elezioni, l’intera cittadina attende con ansia l’esito delle consultazioni. Tante le questioni in ballo: un nuovo piano regolatore, la consegna di un nuovo plesso che ospiterà gli studenti delle scuole medie, i collegamenti via autobus con Catania. Ma anche il tanto agognato (e promesso) Palabandiera, il parco naturalistico dei Sieli da costituire, il delicato inserimento nella città metropolitana. Problemi da affrontare subito, con un occhio al cielo nel quale volteggiano i gabbiani sfamati dalla discarica di contrada Tiritì.