Motta, attivisti denunciano Crocetta e commissari alla mappatura di malattie respiratorie e tumori

«Abbiamo ascoltato una pediatra che ha circa mille pazienti: ci ha raccontato che fino a qualche anno fa sapeva i nomi di tutti i bambini con problemi respiratori, perché erano pochi. Oggi è impossibile, conosce i nomi di quelli che per fortuna non ne hanno». Danilo Festa, consigliere comunale di opposizione a Motta Sant’Anastasia, è a capo della commissione consiliare che si occupa della discarica della Oikos in contrada Valanghe d’inverno. «Ieri abbiamo iniziato le audizioni dei primi tre medici, due di Misterbianco (Comune che sorge a un centinaio di metri dall’impianto, ndr) e uno di Motta», racconta Festa. Il quadro parziale emerso dal confronto con gli esperti non è rassicurante, con i tassi di malattie oncologiche aumentati in maniera preoccupante negli ultimi anni.

«Con l’aiuto di alcuni volontari vogliamo fare una mappatura dei due paesi, controllando il numero di persone morte o malate di tumore o malattie respiratorie». La commissione ha anche deciso per un’analisi dell’aria, per capire se gli odori molesti che si percepiscono in tutta la zona siano in qualche modo pericolosi per la salute. «Vogliamo capire se ci sono delle anomalie», spiega il consigliere. La commissione ha lavorato anche a una mozione che verrà votata nel prossimo consiglio comunale mottese di martedì, esattamente una settimana prima della conferenza dei servizi convocata dalla Regione che ha come tema la proposta di riesame del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) a seguito della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa giunta lo scorso mese. Ieri il sindaco di Motta, Anastasio Carrà, ha convocato l’Aula per farsi un’idea delle posizioni dei gruppi consiliari. 

Tra i componenti dei comitati No discarica sono i forti i timori per un nuovo parere favorevole, come quello rilasciato nel 2014, a causa della valutazione dell’ufficio tecnico comunale. Il cui referente, Antonio Di Rosa, sostiene che dal punto di vista tecnico nulla è cambiato rispetto a due anni fa. Nonostante sull’iter di concessione dei permessi gravino le pesanti ombre di un intricato sistema di presunte corruzioni, alla base del processo Terra mia in corso a Palermo, che ha portato anche all’arresto di Domenico Proto, titolare dell’azienda mottese. Carrà a ridosso dello scandalo giudiziario si era detto «felice» per la potenziale chiusura della discarica, ma ieri non ha fatto trapelare nulla su quale sarà la sua posizione finale. 

Da una parte le preoccupazioni dei cittadini, dall’altra la politica. Perché nonostante il ritiro delle autorizzazioni allo sbancamento disposte dagli uffici regionali nel luglio 2014, il governatore Rosario Crocetta ha continuato a disporre delle proroghe (l’ultima valida fino a maggio), mantenendo di fatto l’impianto in attività. Per questo motivo i comitati No discarica, affiancati anche dall’associazione Zero waste Sicilia, hanno presentato ieri una denuncia per abuso d’ufficio nei confronti di Crocetta, ma anche dei commissari prefettizi nominati nel dicembre di due anni fa per gestire l’azienda della famiglia Proto. Lo hanno annunciato oggi, nel corso di una conferenza nella quale Aurelio Angelini – docente di Sociologia dell’ambiente dell’università di Palermo – ha analizzato le numerose falle del sistema rifiuti siciliano. L’accusa nei confronti del presidente della Regione e di aver violato la norma che impedisce di concedere proroghe temporanee che superino i 18 mesi. A Maurizio Cassarino, Stefano Scammacca e Riccardo Tenti gli attivisti contestano di essere andati oltre il mandato di guidare l’azienda fino alla chiusura della discarica. 


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