Il processo sulla scomparsa della giovane donna è ormai entrato nel vivo. Questa mattina, in Corte d'Assise, sono stati sentiti i militari del Ris che hanno ricostruito la scena del delitto. E che hanno sostenuto che il luogo del fatto sia stato manomesso per convincere gli investigatori che la ragazza si fosse tolta la vita
Morte Valentina Salamone, «suicidio fu simulato» Sangue del suo amante sulle suole delle scarpe
Nel processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Catania per la morte di Valentina Salamone, la giudice Maria Concetta Spanto, presidente della Corte, ha ascoltato, nell’udienza di stamattina, le testimonianze di sottufficiali e ufficiali del Ris,che hanno ricostruito la scena del delitto. Testimoni dell’accusa. Per la morte di Valentina è imputato di omicidio Nicola Mancuso, 32 anni: l’uomo, all’epoca dei fatti, con la ragazza intratteneva una relazione extraconiugale. Secondo i militari dei Ris la scena del delitto sarebbe stata manomessa per simulare un suicidio.
Hanno riferito su tutti gli accertamenti tecnici compiuti sulla scena del crimine e sui reperti sequestrati (slip, scarpe, canottiera, leggins, corda). Per gli esperti della scientifica, la scena del crimine è stata manipolata. Sulla suola della scarpa sinistra di Valentina sarebbe stato rinvenuto sangue di Mancuso, sangue di Valentina misto a sangue di Mancuso, nonché sangue di Valentina misto a sangue di Mancuso e di un’altra persona, «ignoto 1». Confutata quindi la prima versione dei fatti formulata dai periti nominati dal giudice per le indagini preliminari che ha portato alla scarcerazione di Mancuso.
La prossima udienza si terrà l’8 febbraio, quando sarà il momento del controesame. Nel procedimento sono presenti come parti civili i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Dario Pastore, e le associazioni antiviolenza Thamaia e Telefono rosa. Per il caso in un primo momento era stato chiesta l’archiviazione, ritenendolo un suicidio, ma la procura generale di Catania ha avocato a sé l’inchiesta e, dopo le perizie dei carabinieri, ha chiesto il processo per l’imputato, che è stato rinviato a giudizio il 19 ottobre del 2016 dalla gup Marina Rizza. Mancuso si è sempre proclamato innocente. L’uomo è stato arrestato il 4 marzo del 2013 e scarcerato il 28 ottobre successivo dal tribunale del Riesame. Attualmente è detenuto per traffico di droga, reato per cui è stato condannato a 14 anni di reclusione.