Monitoraggio smog, bando dell’Arpa per la nuova rete Vivo Civile: «Se macchinari obsoleti, dati non affidabili»

Si arricchisce di un nuovo capitolo il romanzo sulla misurazione dell’inquinamento in città, dopo polemica a distanza tra l’assessore alla Mobilità Giusto Catania e alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale e del mondo dell’associazionismo. Il 29 aprile l’Arpa ha pubblicato un bando per il rinnovo della rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria, evento che ha scatenato la polemica sui social. È stato Marcello Robotti, presidente dell’associazione Vivo Civile, a pubblicare un post su Facebook in cui si faceva riferimento al bando dell’agenzia regionale per la protezione ambientale. «Stiamo ancora attendendo dall’assessore Catania i dati dell’Arpa sulla qualità dell’aria – dice Robotti – nel frattempo prendiamo atto del fatto che l’Arpa stessa ha pubblicato un bando per la realizzazione della nuova rete di monitoraggio dell’aria. Questo, ad oggi, dovrebbe suggerire prudenza nella diffusione dei dati, la cui valutazione è affidata a macchinari che, a quanto sembra, devono essere sostituiti per obsolescenza o perché non a norma. Nessuno sta dicendo che non c’è smog in città – puntualizza Robotti – ma vogliamo dati aggiornati e garanzie sulla precisione delle misurazioni».

In questi giorni non sono mancate le sollecitazioni all’assessore Catania perché rendesse pubblici i dati dell’Arpa. Tra queste, quella arrivata dal consigliere d’opposizione a Sala delle Lapidi Filippo Occhipinti: «L’assessore Catania parla di allarme smog, basandosi sui dati Arpa, e giustifica così targhe alterne e Ztl – aveva detto – ebbene, i dati delle centraline diffusi dalla Rap dicono il contrario. Per questo pretendiamo di conoscere i dati di cui parla l’assessore. Viene da chiedersi perché pagare 700 mila euro l’anno la Rap per il controllo ambientale, se poi questa amministrazione considera solo i dati Arpa».

E sul contratto di servizio con la Rap torna anche Robotti: «Visto che, ad oggi, paghiamo poco meno di 700 mila euro l’anno – dice il presidente di Vivo Civile – da cittadino credo che sia legittimo fare riferimento a quei dati, altrimenti sarebbe uno spreco pagare questi soldi. Sul sito dell’azienda erede dell’Amia, alla sezione qualità dell’aria, sono disponibili i report delle centraline. Quasi tutti i rilevazioni hanno il bollino verde, cioè nessuno sforamento dei limiti, mentre a fianco delle altre (per altro circa il 70 per cento) c’è la dicitura n.d., cioè non dichiarato. Se ne deduce che la Rap, che gestisce alcune centraline Arpa per la misurazione dell’inquinamento, certifica l’inadeguatezza dei macchinari, visto che si tratta del 70 per cento circa delle voci. Attendiamo notizie dall’assessore Catania – conclude Robotti – anche se abbiamo diversi dubbi sulla loro effettiva rilevanza».


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