Il salone di bellezza di via del Rotolo, a Ognina, ha trasformato la parte uomo prendendo spunto dai barber shop di Londra e Rotterdam. L'esperimento di Giorgio Cristaldi e del suo team ha riscosso l'interesse di Oscar Farinetti, ceo di Eataly, e l'attenzione della stampa nazionale. «Per noi è una passione e un modo di intendere un mestiere»
Modhair, barbiere catanese in stile vintage Tagli anni ’30, sigari e liquori come nei film
L’obiettivo è rilanciare in chiave vintage una figura professionale che ha visto l’Italia – e in particolare la Sicilia – leader internazionale indiscusso: il barbiere. E, a giudicare dall’attenzione suscitata ad appena due mesi dall’inaugurazione, ci sta riuscendo. Si tratta de Il Barbiere-Modhair, restyling del reparto uomo dell’esistente salone di bellezza di via del Rotolo, in zona Ognina. L’idea di Giorgio Cristaldi e del suo team – composto da Ignazio Lunelio e Leandro Blandizzi, tutti rigorosamente under 30 -, è lungimirante: far tornare di moda anche in Sicilia i look uomo in voga durante gli anni ‘30, proprio come accade nel resto delle metropoli europee. Nella sua semplicità, il progetto ha riscosso un successo notevole a livello italiano destando l’attenzione di quotidiani e magazine nazionali, come Corriere della Sera e Vanity Fair, e motivando il gruppo a perseguire questa professione che si sta perdendo. I tempi moderni la battezzerebbero Innovative start-up for men’s fashion & beauty, ma il progetto catanese va oltre i tag del XXI secolo, volendo mischiare vintage e voga continentale.
L’ambiente di lavoro è in linea con le tendenze dei barber shop di Londra e Rotterdam, saloni dai quali il barbiere ha preso spunto dando però un tocco di italianità. «L’esperienza che vogliamo far vivere al cliente è un vero e proprio tuffo nel passato», commenta Giorgio, 23 anni, figlio di Antonio Cristaldi, presidente nazionale del consorzio Art hair studios, e Anna Licciardello, professionista del settore che gira l’Europa per tenere corsi d’aggiornamento.
Visitando il negozio la sensazione è quella di un salone dentro il salone; se la parte dedicata alle donne conquista con un tocco glamour contemporaneo, la zona uomo stravolge con un arredamento retrò con giradischi, illustrazioni d’autore e spazzole vittoriane, senza però stonare nel complesso della struttura. A fare da cornice ai tagli visti nel film Il grande Gatsby sono liquori e sigari offerti a degustazione, ma anche cere e oli per la cura quotidiana di barba e capelli. «Valorizzare i rapporti tra cliente e barbiere attraverso il convivio e l’attesa sono valori fondamentali per i quali puntiamo a distinguerci – afferma il giovane Cristaldi – Vogliamo prendere il meglio dal passato e dare un tocco attuale. Io ho la fortuna di gestire un team che condivide in pieno questa vision».
I riconoscimenti non sono tardati ad arrivare: poco dopo il taglio del nastro, team e progetto sono stati presentati ad una platea di oltre 400 colleghi in occasione del convegno nazionale Art hair studios, e la stampa nazionale ha iniziato a interessarsi. «È una soddisfazione dedicarsi quotidianamente alle proprie passioni ed essere apprezzati per i propri gusti e il proprio modo di intendere una professione».
All’evento di Bologna c’è stato anche un incontro inatteso. «Oscar Farinetti, ceo di Eataly, si è complimentato per il progetto, si è detto entusiasta dell’idea e vorrebbe fare qualcosa insieme a noi in futuro. Avere il consenso di un imprenditore di successo, specialmente se italiano, non può che essere un segnale positivo da lanciare anche a coloro che si vogliono avvicinare a questo mestiere».
A livello locale il giovane team collabora con negozi di abbigliamento e tatuatori, ma anche con locali e club etnei che hanno dato spazio a dimostrazioni di taglio barba in contemporanea a serate danzanti e aperitivi. «Abbiamo nuovi progetti ora – conclude l’eclettico Cristaldi – vogliamo invitare un’orchestra al salone mentre lavoriamo (riprendendo la pellicola del 1933 Barber shop blues, ndr) e organizzare corsi gratuiti per la cura del look uomo. Le idee non ci mancano e siamo soltanto all’inizio».