Misterbianco, squadra sequestrata lanciata in Comune Al «battesimo» Placenti e i vertici dell’amministrazione

Alla luce di quello che è successo a novembre, la conferenza stampa dello scorso 13 agosto al Comune di Misterbianco si vede sotto una luce completamente diversa. Allo stesso tavolo, l’allora vicesindaco Carmelo Santapaola, l’assessore ai Lavori pubblici Matteo Marchese, l’allora consigliere comunale (e oggi vicesindaco e assessore allo Sport) Federico Lupo, il vicepresidente del Consiglio comunale Antonio Arena, e Carmelo Placenti, ritenuto dalla procura al vertice di un gruppo mafioso legato alla famiglia Santapaola-Ercolano di Catania. L’occasione non può essere più ufficiale: il lancio dell’avventura dell’Associazione sportiva dilettantistica Misterbianco (Asd Misterbianco), la squadra di calcio che stamattina è stata sequestrata su disposizione della del tribunale di Catania. Per gli inquirenti, la società sportiva è stata usata per spostare sostanze (flussi di denaro per circa 600mila euro) e attività dall’Asd Lineri, altra formazione calcistica espressione del territorio, sequestrata a novembre nell’ambito dell’inchiesta antimafia Revolution bet 2. Al centro dell’indagine i presunti interessi di Cosa nostra, e del gruppo Placenti in particolare, sul settore delle scommesse online illegali. Le parole di un «informatico pentito» svelano un intreccio di attenzioni illecite sul gaming a distanza. A rimanere travolto dal blitz è anche Carmelo Santapaola, politico di primo piano misterbianchese e ritenuto prestanome dei Placenti, suoi cugini, per il bar-centro scommesse Orso bianco caffè.

Ad agosto, però, il ciclone non era ancora passato. Così nel palazzo del municipio si ritrovano tutti insieme per la presentazione dell’Asd Misterbianco, militante nel campionato di Promozione. «Una realtà importante, che può fare bene e che ci onora. La salutiamo con grande giubilo: Misterbianco ha bisogno di una realtà che faccia ben sperare i nostri giovani», diceva all’epoca Lupo, solo consigliere comunale in quei giorni e oggi vicesindaco e titolare dello Sport, intervistato dal giornale locale Maretna, a margine della conferenza stampa. «Rapporti stretti con l’Asd Misterbianco? Mi pare un parolone», risponde oggi Lupo alle domande di MeridioNews. «Ci avevano chiesto a luglio di potere usare le nostre strutture e noi avevamo risposto come facciamo con tutte le società». E con tutte le società organizzano conferenze stampa ufficiali? «Io all’epoca non ero assessore, ero solo consigliere comunale – precisa Lupo – Ma sono certo che si facessero».

E su quelle parole spese per la società sportiva, a cui oggi sono stati apposti i sigilli, commenta: «Solo frasi di circostanza rispetto alla progettualità della squadra per il prossimo campionato. Ci tengo a precisare, comunque, che certamente il sequestro di oggi non è una bella immagine per la nostra città. Così come non lo è ripensare a quella giornata di agosto, momento in cui, però, nulla potevamo sospettare». Secondo la guardia di finanza, l’Asd Misterbianco era in realtà la prosecuzione della formazione calcistica del quartiere di Lineri. Un mese prima degli sviluppi visibili dell’inchiesta, a ottobre 2018, la partita Iva della seconda sarebbe stata spostata sulla prima, che già era stata costituita all’inizio dell’estate. Per i finanzieri, «l’assetto societario e anche quello della gestione calcistica» sono riconducibili a Carmelo Placenti, «essendo le comunicazioni della federazione indirizzate presso la sua abitazione sita in Misterbianco». E nella squadra giocano, inoltre, suo figlio e suo nipote. Senza considerare quella presenza in Comune, testimone di una operazione di promozione del calcio dilettantistico col patrocinio dei massimi esponenti dell’amministrazione. «Daremo il massimo, li aiuteremo a livello di strutture sportive e vedremo se riusciremo a portare qualche sponsor», aggiungeva ad agosto Carmelo Santapaola. «Vi vedremo il sabato allo stadio?», domanda il cronista. «Ovviamente – chiosa l’assessore Matteo Marchese – Non solo noi quattro, ma inviteremo tutto il Consiglio comunale a partecipare».


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