La preside Caterina Lo Faro parla a MeridioNews di «fantomatici problemi alle caldaie» che le sono stati riferiti dall'ufficio tecnico del Comune. «Al primo naso che cola - lamentano i genitori - saremo costretti anche a sottoporre i bambini al tampone»
Misterbianco: scuola al freddo, bimbi in aula col giubbotto «Se continua così, da domani terremo i nostri figli a casa»
«Se oggi non risolvono il problema, da domani non porteremo i bambini a scuola». Il problema che lamenta a MeridioNews Santa Musumeci, una delle rappresentanti di classe dell’istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di Misterbianco, è che i bambini – compresi i suoi due figli – sono costretti a fare lezione in aule senza riscaldamenti. «Le mamme hanno perfettamente ragione a lamentarsi e hanno tutto il mio appoggio», risponde solidale la preside Caterina Lo Faro.
In entrambi i plessi i riscaldamenti non sono mai stati accesi da quando è iniziato questo anno scolastico. Nella sede centrale, al momento, ci sono circa 600 alunni; altri 200 frequentano la succursale di via Giuseppe Garibaldi. «Prima delle vacanze di Natale – spiega la dirigente scolastica – siamo stati informati di fantomatici problemi alle caldaie che non permettevano di mettere in funzione i riscaldamenti». Al rientro dalle festività natalizie e dal periodo di didattica a distanza dovuta alla pandemia da Covid-19, la situazione è rimasta uguale. «Abbiamo chiesto spiegazioni all’ufficio tecnico del Comune – continua la preside – ma ci sentiamo sempre rispondere “Stiamo provvedendo“. Il punto è che le verifiche andavano fatte per tempo, non ora che il freddo è oramai arrivato».
La preside adesso è in attesa di parlare con i commissari prefettizi del Comune «per avere delle risposte certe soprattutto sui tempi della risoluzione del problema». Al momento, infatti, non è dato sapere se e quando i bambini potranno tornare a fare lezione senza indossare giubbotti, cappellini e sciarpe di lana. «Ci hanno assicurato che oggi stesso verrà un operaio della ditta per risolvere il problema», dice speranzosa la dirigente. «I nostri figli devono già stare in classe con le mascherine e convivere con il difficile obbligo di rispettare il distanziamento sociale – sottolinea la rappresentante – Inoltre, in questo periodo, c’è il rischio che al primo naso che cola, anche se potrebbe essere un raffreddore, bisogna sottoporre bambini e ragazzi al tampone per accertare che non si tratti di coronavirus».