«Ti stacco la testa e ti faccio scoppiare il cuore». Sono queste le parole che un uomo di 48 anni di Misterbianco (in provincia di Catania) avrebbe rivolto alla moglie mentre le puntava contro un fucile asserendo di essere il suo «padrone». Il 48enne adesso è finito nel carcere di piazza Lanza a Catania con […]
Misterbianco, minaccia di morte moglie e figli: «Sono il padrone, ti stacco la testa e ti faccio scoppiare il cuore»
«Ti stacco la testa e ti faccio scoppiare il cuore». Sono queste le parole che un uomo di 48 anni di Misterbianco (in provincia di Catania) avrebbe rivolto alla moglie mentre le puntava contro un fucile asserendo di essere il suo «padrone». Il 48enne adesso è finito nel carcere di piazza Lanza a Catania con l’accusa di reati di maltrattamenti in famiglia. Una prima denuncia, la vittima, l’aveva fatta nel 2019. Quando l’uomo è stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione, però, lei avrebbe deciso di dargli una seconda possibilità accettando di farlo tornare a vivere in casa anche con i tre figli, di cui due minorenni. Sin da subito, però, il 48enne avrebbe ricominciato a maltrattarla e avrebbe iniziato a farlo anche con i figli.
Nel corso delle indagini è emerso che, in diversi episodi, la vittima sarebbe stata offesa e schiaffeggiata. L’uomo avrebbe anche più volte tentato di strangolarla minacciandola di morte. Minacce che avrebbe rivolto anche ai bambini. In una occasione, l’uomo avrebbe puntato un coltello da cucina verso la moglie
minacciandola: «Ti stacco la testa, ti faccio scoppiare il cuore», poi avrebbe tentato di colpirla alla
testa con un fucile asserendo di essere il suo «padrone». A quel punto, la donna sarebbe scappata non solo dalla casa ma anche dalla città insieme ai figli interrompendo la convivenza. L’uomo, però, avrebbe continuato a perseguitarla con telefonate e messaggi: «Non ti do pace e non ne avrai mai». Per questo, la donna ha presentato una nuova denuncia per i maltrattamenti e le violenze nei suoi confronti e anche contro i figli. Il giudice per le indagini preliminari, viste le reiterate condotte aggressive, dettate anche
dall’abuso di alcolici e sostanze stupefacenti, ha stabilito che l’indagato fosse portato in carcere.