La vice segretaria del pd siciliano riflette sul futuro politico della sicilia: "azzeriamo tutto e ripartiamo senza logiche di parte". Alla sicilia serve "una nuova legge elettorale che ridisegni i rapporti tra presidente, aula, giunta ed elettori"
Mila Spicola: “Governo politico o tecnico? Governo capace”
LA VICE SEGRETARIA DEL PD SICILIANO RIFLETTE SUL FUTURO POLITICO DELLA SICILIA: “AZZERIAMO TUTTO E RIPARTIAMO SENZA LOGICHE DI PARTE”. ALLA SICILIA SERVE “UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE CHE RIDISEGNI I RAPPORTI TRA PRESIDENTE, AULA, GIUNTA ED ELETTORI”
“Lunedì ci sarà lennesimo incontro al PD per discutere per lennesima volta delle stesse cose. Con laggravante delle vicende a cui abbiamo assistito. Riprenderemo in realtà da dove abbiamo interrotto, che è la stessa discussione che si protrae da un anno. Governo politico… governo tecnico… io direi governo capace. Cambiare una giunta non basta”.
Queste le riflessioni della vicesegretaria del PD Siciliano, Mila Spicola, in uno dei suoi ‘chilometrici’ comunicati stampa.
Scrive Mila Spicole: “Tutti diciamo: serve un cambio di passo. Azzerare e ripartire? Sono daccordo, ma su tutti i fronti: chiedo a Rosario Crocetta e al PD tutto, di cui il presidente è dirigente, di agire di concerto con la coalizione per rifare la Giunta, tutta”.
“Ma non solo – aggiunge -: chiedo di azzerare e rifare i presidenti di Commissione dellAssemblea (regionale ndr) e mettere nello stesso piatto due riforme importanti: primo, una legge elettorale che ridisegni lassetto istituzionale e i rapporti tra Presidente, Aula, Giunta ed elettori, che ricrei un rapporto di fiducia e credibilità, e una riforma dellapparato burocratico amministrativo”.
“Uno Stato – dice Mila Spicola – si regge su un rapporto efficiente, efficace, neutro e credibile tra politica e burocrazia. Politica capace e burocrazia competente in rapporto istituzionale non fiduciario. E’ quello che manca adesso e su questo bisogna recuperare l’azione e la credibilità. Non su un cambio di nomi, scelti con logiche identiche ed errate. La riforma della burocrazia deve andare insieme a una stretta sull’apparato amministrativo, regionale e locale. Qualificare il comparto e ridare qualità e capacità alla spesa, soprattutto quella dei fondi comunitari. Siamo come sempre al palo. Stiamo ad esempio perdendo i fondi Pac, oppure li spendiamo male, perché gli uffici regionali e quelli comunali non lavorano in sinergia, quando non sanno proprio da dove iniziare, per incapacità o inerzia. Quelli che si spendono si stanno spendendo male.”
“Per quel che riguarda il Partito – precisa – è necessario completare la segreteria del PD per rafforzare l’elaborazione del partito sulle politiche, in modo generale ma non generico. Quella a cui assistono i siciliani e gli elettori del PD è una politica tutta strumentale, in cui, ai colpi di teatro dei server che cedono, si contrappongono anche le dinamiche di parte, non solo fuori del PD, ma dentro il PD, a cui si sottopongono le decisioni che riguardano tutti. Dipendente da volontà umana, e non a flop dei server, è che decisioni serissime, come ad esempio i lavori su un interporto, siano frutto di logiche di parte, per non definirli dispetti. Inaccettabile.”
“Qualcuno dice: andiamo a votare, oppure commissariamo la Sicilia – dice sempre la vice segretario del PD dell’Isola -. Non credo che senza un cambio di testa e senza quelle due riforme strutturali cambierebbe granché. Io dico: azzeriamo tutto e rifacciamo tutto con la logica della qualità e della competenza, che non hanno ‘parti’, mutando gli assetti istituzionali distorti, senza essere ancora una volta schiavi di noi stessi e della nostra autoconservazione”.
“Personalmente – avverte – non sarò daccordo con nessun accorducolo su due o tre o quattro o anche tutti gli assessori e sulla riffa dei nomi, per poi lasciare intatte le dinamiche e le strutture che negli ultimi 30 anni ci hanno condotto in fondo al fosso. Su tali vicende non parlo più da ‘renziana’ da mesi, parlo da vicesegretario del Partito Democratico tutto, in modo libero e indipendente, e non sono né sul piatto degli assessori, né in campagna elettorale. Mi sento di rappresentare, per queste riflessioni, – maturate da tempo, ma accelerate dal caos a cui abbiamo assistito – nulla togliendo alle anime del PD, in modo trasversale, un’area vasta del partito, tanti iscritti del PD, tanti elettori e tanti cittadini, che stanno vivendo con estremo disagio ciò che accade”.
“Le aree siano una ricchezza di elaborazione politica – afferma – non uno scontro di logiche di potere che distrugge ogni azione o decisione politica. Specialmente in un momento gravissimo come quello attuale. Mi carico di responsabilità e di colpa qualora il mio partito, o esponenti del mio partito, non siano sempre in grado di ammettere sbagli palesi, o continuino a reiterare scelte sbagliate, e, se serve, sono pronta a dimettermi dalla mia carica per ricreare un rapporto di fiducia con la nostra gente”.
“La politica dello scarica barile – conclude Mila Spicola – è solo una politica irresponsabile.”