Migranti, il relitto della strage rimane ad Augusta «Conserveremo il barcone e, insieme, la memoria»

«Finalmente si è sciolto il nodo della sua collocazione e, soprattutto, si è evitato il rischio che venisse distrutto». Tira un sospiro di sollievo Enzo Parisi del Comitato 18 aprile di Augusta dopo la notizia che il ministero della Difesa ha ceduto il relitto del barcone del naufragio del 18 aprile del 2015 al Comune di Augusta. «La nostra prima opzione – spiega Parisi a MeridioNews – resta quella di realizzare il progetto del Giardino della memoria, dedicato alle vittime delle migrazioni». L’area prescelta per accogliere il simbolo di quella che è passata alla storia come la più grande strage di essere umani del Mediterraneo è un’area pubblica all’aperto confinante con la parrocchia di San Giuseppe Innografo, in contrada Monte Tauro ad Augusta, che ne ha la concessione.

Con un atto di cessione, approvato dalla giunta e formalizzato oggi tra il Comune di Augusta e il comando MariSicilia, il ministero ha deciso di dare il barcone alla città megarese che è stata, negli ultimi anni, protagonista e testimone del fenomeno migratorio. «Adesso – afferma Parisi – c’è da verificare la fattibilità del trasporto del relitto del barcone nell’area che abbiamo scelto per il Giardino della memoria. Lì sarà al centro di un progetto più ampio che prevede di attrezzare le fessure naturali della parete rocciosa con oggetti che ricordino l’epopea delle migrazioni». Pezzi di salvagente, oggetti che sono appartenuti ai migranti arrivati nel porto di Augusta, vecchie scarpe «ma anche lavori realizzati dai ragazzi delle scuole che partecipano al progetto – sottolinea Parisi – Un modo per conservare il barcone e, insieme, la memoria». 

Le operazioni di recupero del relitto del peschereccio inabissato (lungo 25 metri e largo sette) che si trovava a cento chilometri dalla Libia a una profondità di 370 metri, erano iniziate nell’aprile del 2016. Da allora, il simbolo di quella tragedia ha trovato posto nel pontile della base Nato. Nel dicembre del 2017, un emendamento alla legge finanziaria aveva previsto 600mila euro per il trasferimento del relitto da Augusta a Milano, dove sarebbe stato sistemato nel complesso dell’università statale all’interno del Museo dei diritti umani. A livello locale, la proposta presentata dalla deputata del Partito democratico Lia Quartapelle aveva suscitato diverse reazioni critiche. «Questa iniziativa non la digerisco – aveva affermato a MeridioNews la sindaca Cettina Di Pietro – Questo territorio ha dato molto per gli sbarchi e continua a farlo, ma non c’è mai stato riconoscimento di nessun tipo. Facciamo che se questa barca se la portano a Milano, allora l’hotspot lo fanno lì allargando i Navigli». 

In realtà, qualche mese dopo, il sindaco del capoluogo meneghino Giuseppe Sala aveva dato agli augustani la possibilità di provare a tenersi il relitto. «A giocare un ruolo fondamentale – aveva dichiarato la sindaca – credo sia stata una mozione presentata dai consiglieri del M5s milanesi che hanno raccolto alcuni mal di pancia dei loro concittadini, che il relitto non lo vogliono». Anche il Comitato 18 aprile si era opposto al trasferimento nel capoluogo meneghino. «Sin da subito – ricorda Parisi – avevamo chiesto che non fosse demolito né trasferito altrove ma che rimanesse ricordare le vittime delle migrazioni». 


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