Terrà la nuova maggioranza che si è coagulata attono a nello musumeci? e' la domanda che circola in queste ore, a fronte dei 'distinguo' che fioccano di qua e di là, all'indirizzo, soprattutto, del pdl. Non sfugge, agli osservatori, che i partiti politici che, oggi, dicono di essere d'accordo su musumeci sono gli stessi che, negli ultimi anni, si sono trovati su fronti opposti. E allora da dove nasce la nuova, 'grande' ritrovatà unità?
Miccichè di nuovo presidente dell’Ars?
Terrà la nuova maggioranza che si è coagulata attono a Nello Musumeci? E’ la domanda che circola in queste ore, a fronte dei ‘distinguo’ che fioccano di qua e di là, all’indirizzo, soprattutto, del Pdl. Non sfugge, agli osservatori, che i Partiti politici che, oggi, dicono di essere d’accordo su Musumeci sono gli stessi che, negli ultimi anni, si sono trovati su fronti opposti. E allora da dove nasce la nuova, ‘grande’ ritrovatà unità?
Due, forse, potrebbero essere gli elementi di questa intesa. Il primo: non fare regali agli avversari, centrosinistra in primo luogo. Dividersi, oggi, significherebbe soltanto avvantaggiare il candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra che, ormai, dovrebbe essere Rorario Crocetta. Sotto questo profilo, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia sono stati abilissimi: adesso è troppo ‘tardi’ per celebrare le primarie e, quiindi, nel nome dell’unità, Leoluca Orlando, Rita Borsellino, Claudio Fava e via continuando dovrebbero ingoiare il rospo.
Questo, almeno, è quello che si augurano Cracolici e Luimia che – se le cose dovessero andare così – sarebbero i veri vincitori di questo travagliato passaggio politico del centrosinistra siciliano.
Un discorso analogo, come già accennato, vale per il centrodestra. Anche se con sfumature diverse. E qui arriviamo al secondo motivo per il quale l’intesa su Nello Musumeci, in questo schieramento politico (che di nuovo, rispetto al passato, dovrebbe avere un’impronta autonomista) potrebbe essere la mossa giusta.
A differenza di Raffaele Lombardo che, nel 2008, aveva dietro un Partito tutto sommato strutturato – l’Mpa – Musumeci non ha, dietro di sé, un grande Partito. Probabilmente lo stesso candidato alla guida della Sicilia, come abbiamo accennato ieri, farà di tutto per dare vita a una lista – imperniata su la Destra (il Partito di Musumeci) – in grado di raggiungere il 5 per cento, che è lo sbarramento superato il quale una forza politica ha diritto ad avere propri rappresentanti all’Ars. In ogni caso, l’assenza di un grande partito dietro Musumeci dovrebbe tranquillizzare i suoi sponsor.
Tra l’altro, Musumeci – e questo è quello che sperano i partiti che lo sostengono – dovrebbe essere diverso da Lombardo. Insomma, da Musumeci – “autonomista e uomo di centrodestra” (così si è autodefinito il candidato alla presidenza della Regione in un’intrervista rilasciata oggi a LiveSicilia) – non ci si attendono cambi di maggioranze politiche. E nemmeno una gestione dispotica della giunta e dei dirigenti generali.
Resta da capire come i due schieramenti intendono occupare le tre caselle considerate più importanti dopo quella del presidente della Regione. Nel centrosinistra, in questa fase, non sembra verosimile che Leoluca Orlando, Rita Borsellino e Claudio Fava si accodino a Crocetta (cioè a Cracolòici e a Lumia). In ogni caso, la poltrona di vice presidente della Regione, nell’eventualità di una vittoria, dovrebbe andare ad un esponente dell’Udc.
Meno complessa la possibile ripartizione delle tre caselle nel centrodestra (oltre alla vice prersidenza della Regione ci sono presidenza dell’Ars e presidenza della commissione Bilancio e Finanze).
In questi giorni si è parlato di un ticket Nello Musumeci-Gianfranco Miccichè. Ma non è da escludere che quest’ultimo – in caso di vittoria – opti per la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, ruolo che ha già ricoperto dal 2006 al 2008. Esperienza, dicono esponenti vicini al leader di Grande Sud, che Miccichè ricorda con una certa nostalgia.
In quiesto caso la vicepresidenza della Regione andrebbe all’Mpa. Mentre il Pdl si dovrebbe accontentare della presidenza della commissione Bilancio e Finanze: accontentare per modo di dire, trattandosi di una postazione politica e parlamentare strategica.