La flotta di sole donne ha effettuato nella città dello Stretto l'ultima sosta prima di partire per Gaza, dove proverà, ancora una volta, a sfondare il blocco israeliano. Nell'equipaggio anche un'israeliana e una statunitense. «Respingiamo qualsiasi forma di razzismo e discriminazione, inclusi antisemitismo e islamofobia»
Messina, tappa per la Freedom Flotilla al femminile «Donne palestinesi prigioniere sotto il loro cielo»
Una barca di donne per le donne. Sulla Freedom Flotilla, la flotta diretta a Gaza, c’è una premio Nobel per la pace, una ex colonnello dell’esercito statunitense, un membro del parlamento europeo, giornaliste, diplomatiche, drammaturghe, poetesse, accademiche, assistenti sociali, attiviste. Tutte donne. Tredici per ciascuna nave.
Provengono da ogni parte del mondo e hanno deciso di intraprendere un viaggio a bordo delle due imbarcazioni Amal e Zaytouna, speranza e oliva. Ieri sono arrivate a Messina, ultima tappa prima di partire per Gaza, dove anche quest’anno tenteranno di forzare il blocco israeliano per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. «Le donne di tutto il mondo sono solidali con le palestinesi e in particolare con le donne di Gaza che vivono in una prigione a cielo aperto», questo il messaggio dalla Freedom Flotilla.
Un equipaggio composto da attiviste che hanno segnato la storia della lotta per i diritti delle donne, e non solo. Oggi la premio nobel per la pace Mairead Corrigan Maguire, pacifista irlandese, cofondatrice della Community of Peace People (organizzazione a favore della pace nel conflitto nordirlandese) ha spiegato che già sei anni fa aveva «tentato di forzare il blocco di Gaza, con il vascello irlandese intitolato a Rachel Corrie». Quest’anno il coordinamento della Freedom Flotilla tocca all’israeliana Zohar Chamberlain, che ha ribadito l’importanza di «liberare le donne nella striscia palestinese, prigioniere sotto il loro stesso cielo».
«Crediamo nei diritti umani universali, nella libertà e nell’uguaglianza di tutti – hanno affermato con voce unanime alternandosi al microfono – il nostro obiettivo è ispirare e unire le comunità di tutto il mondo contro il blocco illegale e immorale di Gaza e agire per porvi fine. Ci opponiamo a qualsiasi forma di punizione collettiva e dichiarazione di colpa collettiva. Respingiamo qualsiasi forma di razzismo e discriminazione, inclusi antisemitismo e islamofobia».