Messina, pronta la delibera per dichiarare il dissesto Accorinti frena: «Possibile spalmare debiti in 30 anni»

Lo si vede spesso nei corridoi del Comune di Messina con grossi faldoni di documenti sotto braccio. L’assessore al Bilancio Luca Eller, tra quelle carte, ha anche la delibera sul dissesto finanziario. Lo ha rivelato oggi durante la conferenza stampa convocata per analizzare insieme ai giornalisti l’attuale situazione economica di Palazzo Zanca. E non ha voluto indorare la pillola. «La delibera è pronta. Se avverto le condizioni necessarie il dissesto verrà dichiarato». 

Lo spauracchio del default torna a farsi sentire a tre anni dall’elezione a sindaco di Renato Accorinti, anche se «l’attuale gestione ordinaria di Palazzo Zanca è in pareggio – spiega l’esponente della giunta -, ma dobbiamo fare i conti con debiti pregressi che si aggirano intorno ai 93 milioni di euro». Le manovre finanziarie stanno producendo i loro frutti e piano piano «stiamo tornando alla normalità. Ci sono tanti meccanismi da aggiustare però», aggiunge. 

Eller non va per il sottile e rivela che anche dopo il 2014, quindi dopo l’elezione del sindaco scalzo, «sono emersi debiti fuori bilancio per 15 milioni di euro. È un malcostume che aumenta la massa debitoria e ci costringe a sottrarre risorse che invece andrebbero impiegate per la città». Ma è anche vero che «non siamo più un ente strutturalmente deficitario. Il collegio dei revisori ci ha aiutato molto in questo percorso di miglioramento, sono tignosi ma molto utili».

Accorinti – presente in conferenza stampa insieme al ragione generale Antonino Cama – ha ribadito la validità del piano di riequilibrio, che ha sottolineato «è un piano etico perché chiediamo a tutti i settori di non fare sprechi» e ha anche risposto a quanti sostengono, come il Movimento 5 Stelle, che dichiarare dissesto sia la cosa migliore per Messina. «Ho presentato un emendamento all’Anci per chiedere di poter spalmare i debiti in 30 anni anziché nei 10 previsti – ha sottolineato il primo cittadino –. E non siamo i soli ad averlo chiesto. Si tratta di una soluzione condivisa anche da altri Comuni in difficoltà che, se accolta, permetterebbe di alleggerire il carico fiscale e continuare ad assicurare i servizi essenziali per la città».

Lo stesso Eller non ha nascosto che «nel 2013, considerando le passività, sarebbe stato più opportuno optare per il dissesto, ma ormai è stata presa un’altra strada che ho sposato accettando la carica di assessore». Non sono mancate le tirate d’orecchie, soprattutto alle partecipate. «Sono insoddisfatto sul funzionamento delle Partecipate e anche di alcuni comparti amministrativi del Comune – afferma l’assessore al Bilancio -. I dati contabili non vengono trasmessi e ciò significa omettere la possibilità di fare controlli. Ed è l’amministrazione a dover intervenire visto che è la prima responsabile. La festa è finita». Portati ad esempio i numeri relativi a Messinambiente. «Nel 2014 scontava perdite per 7 milioni di euro, cifra che si è poi ridotta a 1 milione e mezzo lo scorso anno. Bisogna cambiare registro». Immediata la replica di Accorinti: «Cambieremo ciò che c’è da cambiare».


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