Messina: la morte di Ilaria Boemi, due condanne I due uomini accusati di aver venduto la droga

Due nuove condanne nel secondo processo per la morte di Ilaria Boemila sedicenne morta il 10 agosto del 2015 sulla spiaggia del Ringo, stroncata da una dose di Mdma, una droga sintetica. Arrivate ieri le condanne per i due uomini accusati di cessione di sostanze stupefacenti e alcuni casi di violenza sessuale su altre ragazze. Si tratta di Giuseppe Restuccia, 32 anni e Piero Triscari, 41 anni. 

Per la morte di Ilaria è stata condannata a 6 anni e 8 mesi, lo scorso settembre, anche la pusher Gaia Autieri. Ieri alla fine di una lunga camera di consiglio che si è conclusa dopo le 21, sono arrivate le condanne. Restuccia dovrà scontare 10 anni e 4 mesi di reclusione, essendo stato riconosciuto colpevole solo del reato di spaccio di droga (la Procura aveva chiesto 11 anni). Triscari è stato condannato invece a 4 anni e 4 mesi di reclusione. Quest’ultimo era accusato anche di tre violenze sessuali, ma è stato riconosciuto colpevole solo di un episodio, in cui la vittima era un’amica di Ilaria, fatti emersi dopo il 9 agosto. Per lui la Procura aveva chiesto dieci anni. 

Previsto un risarcimento per una ragazza, costituitasi parte civile, da liquidarsi in separata sede e il rimborso per le spese legali. Infine il tribunale si è riservato la decisione sulle richieste di scarcerazione o di attenuazione della misura formulate dai difensori. Ruoli ben diversi quelli di Triscari e Restuccia quelli contestati dalla procura. Il primo, all’epoca 39enne, si trovava insieme ad Ilaria ed una sua amica sedicenne la sera tra il 9 e 10 agosto sulla spiaggia del Ringo dove poi Ilaria è morta. 

Restuccia rappresenta invece secondo la Procura, come ricostruito dalle indagini della squadra mobile, l’anello iniziale della catena di passaggi che aveva fatto arrivare fino ad Ilaria la droga sintetica. Sarà invece giudicato in un altro processo Triscari, che era accusato anche di omissione di soccorso, ma la contestazione è stata modificata in abbandono di persona incapace. 


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