Il primo cittadino alla fine ce l'ha fatta. Nella tarda serata di ieri a Palazzo Zanca è arrivato il via libera alla proposta ai consiglieri per un «cambio di passo». Non sono mancate le sorprese nel corso della seduta
Messina, De Luca vince la sfida in consiglio comunale In 16 votano la sua delibera. «Ora posso andare avanti»
Pochi minuti prima delle 23 di ieri il sindaco di Messina Cateno De Luca ha sciolto le riserve e ha ufficializzato che non si dimetterà. A votare la delibera denominata Cambio di passo sono stati 16 consiglieri comunali. Uno in meno di quello che aveva chiesto il primo cittadino per poter continuare ad amministrare la città. Dieci i voti contrari con l’astensione del presidente del consiglio Claudio Cardile.
Ci sono volute tre sedute di consiglio comunale per arrivare a questa decisione. Tre sedute in cui è successo davvero di tutto. Anche ieri sera non sono mancati i colpi di scena. A cominciare dal consigliere Libero Gioveni che ha ufficializzato il suo passaggio al gruppo misto e sancito l’addio al Partito democratico, per finire con l’entrata in aula della decana dei consiglieri comunali, Giovanna Crifò, che in totale contrasto con gli ordini di scuderia dettati dall’onorevole Luigi Genovese, a cui fanno capo i gruppi consiliari Forza Italia, Ora Messina e Ora Sicilia, ha scelto di presentarsi alla seduta.
Nel suo intervento Crifò ha reso un vero e proprio endorsement De Luca, invitandolo a proseguire nella sua azione amministrativa. Quello che è uscito fuori dal voto è stato quindi un sì al sindaco Cateno De Luca ma è soprattutto una nuova geografia dell’aula consiliare. E proprio questo era l’obiettivo che voleva raggiungere il primo cittadino, come lui stesso a caldo ha commentato al termine del voto. «Era fondamentale verificare se in consiglio comunale prevalesse il senso di responsabilità – ha detto il primo cittadino – e così è stato. Devo rispettare le dichiarazioni che ci sono state, soprattutto quelle di rottura con i gruppi di appartenenza. Non posso tirarmi indietro. Esco rasserenato da questa aula. So di poter lavorare».
Hanno votato sì Piero La Tona, Daria Rotolo, Nino Interdonato, Massimo Rizzo, Biagio Bonfiglio, Nello Pergolizzi, Libero Gioveni, Serena Giannetto, Francesco Cipolla, Guovanni Caruso, Dario Zante, Nicoletta D’Angelo, Pierluigi Parisi, Salvatore Serra, Alessandro De Leo e Giovanna Crifò. I no sono arrivati da Andrea Argento, Dino Bramanti, Giuseppe Fusco, Cristina Cannistrà, Paolo Mangano, Giuseppe Schepis, Gaetano Gennaro,Antonella Russo, Alessandro Russo e Nicola Scavello.