È stata completata la prima parte del trasloco al Papardo, ma il gruppo che si è battuto per bloccare l'operazione denuncia, con foto, il rischio di sprecare attrezzature moderne e costose. Michele Vullo, manager dell'azienda, prova a rassicurare: «Troveranno posto nel nuovo polo materno infantile»
Messina, da oggi stop parti all’ospedale Piemonte Comitato: «Culle termiche rimarranno inutilizzate»
Da oggi le donne che aspettano un bimbo non potranno partorire all’ospedale Piemonte di Messina. Completato in tempi record il trasloco al Papardo del punto nascita e del polo materno infantile. Ma all’appello mancherebbero alcune attrezzature che, nei nuovi locali del soprannominato Papardino, il palazzetto attiguo alla struttura principale, non hanno trovato posto. A darne notizia è il comitato Salviamo il Piemonte che ha postato anche sulla pagina Facebook alcune foto per denunciare quello che definisce uno «spreco».
All’interno dell’Utin, l’unità di terapia intensiva neonatale che si trovava al Piemonte sarebbero rimaste, secondo il comitato, una decina di culle termiche. Sei di queste erano attive a pieno regime perché dotate degli apparecchi di ventilazione. Al Papardo per motivi di spazio al momento ne saranno attivate solo due. Oltre alle cullette sarebbero rimaste al Piemonte anche sei modernissime e costosissime torri basculanti di supporto alle culle termiche. La paura del comitato, guidato dall’ex magistrato Marcello Minasi, è che resteranno probabilmente inutilizzate nei locali del Piemonte. Motivi che avrebbero portato a un esodo delle mamme in gravidanza avanzata verso il Policlinico.
Di tutt’altro avviso è invece il manager dell’azienda Michele Vullo. «Non lasceremo queste attrezzature al Piemonte – afferma -. Il dottor Caudullo è il nuovo primario di Ginecologia e Ostretricia e ha curato le fasi del trasloco in maniera egregia, le culle e le torri basculanti troveranno posto nel nuovo polo materno infantile che è stato creato al Papardo. Al momento abbiamo portato le strutture indispensabili per garantire alle donne che si apprestano a partorire una situazione di grande rispetto e qualità».