È arrivata la sentenza di primo grado del processo scaturito dall'operazione antimafia Vecchia Maniera, che aveva svelato gli interessi che Carmelo Bisognano continuava a coltivare sul territorio di Mazzarrà Sant'Andrea dopo essere diventato collaboratore di giustizia
Messina, condannato il pentito Bisognano Estorsioni a imprenditori per favorire amici
Cinque gli anni di reclusione decisi dal tribunale di Barcellona, per Carmelo Bisognano. Due quelli inflitti all’imprenditore di Gioiosa Marea Tindaro Marino. Le due condanne arrivano a conclusione del processo di primo grado relativo all’operazione antimafia Vecchia Maniera, scaturita dall’omonima operazione che il 25 maggio del 2016 permise di accertare come Bisognano continuasse a coltivare anomali interessi nel territorio di Mazzarrà Sant’Andrea, nonostante si fosse allontanato da tempo da quell’area e fosse diventato collaboratore di giustizia.
Invece, secondo quanto accertato dagli investigatori e confermato dalla sua condanna, era socio occulto di un’impresa, ha rilasciato false dichiarazioni per favorire i suoi amici, avanzando richieste estorsive ad altri imprenditori. Le condanne del collegio (presidente Processo, a latere Alligo e Gioeli) sono comunque più lievi rispetto a quelle formulate dalla pm Federica Paiola. La sostituta aveva infatti richiesto sei anni per Bisognano e quattro anni e mezzo per Marino. Bisognano non gode più dei vantaggi del programma riservato ai collaboratori di giustizia.
I giudici hanno anche disposto il risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede, nei confronti delle parti civili: l’associazione antiracket Fonte di Libertà, l’Acai, e la ditta Torre srl di Terme Vigliatore. In questa inchiesta è stato coinvolto anche Angelo Lorisco, condannato in abbreviato dal gup del tribunale di Barcellona, Fabio Gugliotta, a tre anni di reclusione. Il processo d’appello a suo carico è stato fissato al prossimo 20 ottobre.