Messina, 17enne ai campionati mondiali di scacchi «Ispirazione di vita, vedo il futuro mentre gioco»

«Ho perso con un genio. Non ho mai visto niente del genere negli scacchi». Sono queste le parole con cui Andrea Favaloro ha comunicato il risultato della sua partita con forse uno tra i più forti avversari che ha avuto l’onore e l’opportunità di incontrare ai campionati mondiali giovanili che si sono svolti ad Aldikiki in Grecia e si sono conclusi lo scorso 5 novembre. Andrea compirà 17 anni il prossimo 18 dicembre e ha conquistato il titolo di campione nazionale di scacchi under 18 a luglio di quest’anno. Frequenta il quarto anno del liceo Archimede di Messina. Un bravo studente con una media che supera l’otto. «Per me gli scacchi sono ispirazione di vita. Riesco a vedere il futuro mentre gioco, perché immagino le mosse. La concentrazione che ho avere giocando mi ha aiutato anche durante il mio percorso scolastico».

La passione per gli scacchi comincia a sette anni giocando con uno zio. Semplici partite per trascorrere i pomeriggi domenicali fanno conoscere ad Andrea la magia di questo sport e lo fanno appassionare ancora di più quando li ritrova tra i banchi scolastici, grazie a un corso per bambini delle elementari tenuto da Enzo Crea, uno dei più forti scacchisti messinesi. Il primo campionato a soli nove anni. A insegnargli le strategie di gioco sono poi arrivati Antonino Di Pietro e Giuseppe Panarello che lo hanno guidato nei pomeriggi interminabili nella sede del circolo Kodokan. Andrea Favaloro oggi fa parte della squadra che prende il nome del circolo e gioca nel campionato a squadre in serie B. Una passione che lo ha portato in Grecia, ai campionati mondiali, tornando in riva allo Stretto comunque vincitore, nonostante la sconfitta.

Al Mondiale ha permesso ad Andrea di portare a casa un importante risultato positivo: cinque punti su 11. Tre vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte.Per Andrea il mondiale è stata un’esperienza indimenticabile: «Ho giocato con miei coetanei di tutte le nazionalità. Ho potuto apprezzare e conoscere come gli scacchi vengano studiati e vissuti in altri Stati – racconta -, penso di aver giocato bene quasi tutte le partite. Anche se la tensione di avere di fronte degli avversari forti a volte mi ha fatto sbagliare. Errori di distrazione che se fossi stato qui a Messina a giocare con gli amici di sempre o a confrontarmi con avversari che già conosco, non avrei fatto. Ma va bene così». 


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