Ci risiamo. La cosiddetta ‘grande stampa’ tira un altro brutto scherzo alla Sicilia che vuole cambiare. Ignorando o ridimensionando la protesta proclamata dal Movimento dei Forconi e da quell’arcipelago di movimenti che vogliono tutelare gli interessi reali di questa regione. Da oggi fino a venerdì prossimo 20 gennaio tutta l’Isola sarà invasa imprenditori di tutti i settori dell’economia e da tanta altra gente che crede nel rilancio del veri valori dell’Autonomia. Una protesta pacificaca trecentosessanta gradi contro ogni partito. Contro gli ‘ascari’ che comandano in Sicilia. Contro una politica che mortifica chi lavora, chi produce, chi si gudagna il pane con il sudore. Le ‘Cinque giornate della Sicilia, come vi abbiamo raccontato in questo articolo. Per dire basta ai ladroni che governano questo Paese e a chi gli tiene il moccolo.
La prima giornata -oggi – è andata alla grande. Migliaia di persone hanno bloccato porti, raffinerie e snodi viari in tutte le province. “Cento mila siciliani scendono in piazza in tutta la Sicilia facendo esplodere tutta la loro rabbia contro questa classe politica di delinquenti e ladroni e i pochi giornali e tv nazionali non sanno riportare le notizie”, dice Martino Morsello, del ‘Movimento dei Forconi’, che ringrazia la stampa estera e gli osservatori esteri che, aggiunge, “stanno guardando a questi moti rivoluzionari siciliani come un obiettivo da trasmettere a tutto il popolo europeo che aspetta gli esiti di quanto succede in Sicilia”.
“I governanti siciliani – dice ancora Morsello – continuano ad essere sordi ed impassibili rispetto ad un evento che può avere dei risvolti incontrollabili”. Non c’è grande attenzione dalla stampa tradizionale, o da quella controllata da chi governa: “Media e televisioni nazionali boicottano le manifestazioni”, dicono gli organizzatori delle ‘Cinque giornate della Sicilia’. E non è un caso. Sanno benissimo che non si tratta di un semplice sciopero. Sanno benissimo che dietro c’è un retroterra culturale che affonda le radici nel rilancio dellAutonomia ‘tradita’ dall’ascarismo politico. E temono non tanto e non soltanto le manifestazioni di piazza, ma gli esiti politici che questa protesta potrà assumere non tra uno o due anni, ma a breve.
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