Mascalucia, bollette Enel intestate a utente morto «Fatture da 15mila euro e firma falsa su contratto»

Due anni dopo la morte del proprio caro, si sono visti recapitare per mesi bollette stratosferiche relative al consumo di energia elettrica. È quanto accaduto ai parenti di un uomo deceduto nel settembre 2010, che si sono rivolti alla sezione di Mascalucia di Federconsumatori. «In una delle ultime lettere ho anche comunicato dove riposano le spoglie dell’utente: in una cappella nel cimitero di Palagonia. Ma l’Enel non gli dà pace nemmeno lì». A raccontare la vicenda è Lucio Traina, presidente dell’associazione. Una storia che parte da lontano – prima della morte del cliente, un avvocato che aveva una casa nelle campagne di Militello – e sulla quale pende anche una denuncia per l’attivazione post mortem di un contratto

«L’avvocato è morto nel 2010. Nel 2012 l’Enel gli attribuisce prelievi di energia mese per mese nell’ordine di oltre duemila euro ciascuno – afferma Traina – Puntualmente ho rigettato le fatture, perché indebite. Hanno dovuto prendere atto delle nostre dichiarazioni e annullare 12mila euro di bollette». Passano altri tre anni, «si è risolta, mi dico – continua il presidente – Ma a luglio 2015 gli eredi si vedono arrivare una fattura di tremila euro». La cifra viene riferita al mese di giugno 2012; sei mesi prima, a gennaio, «la fornitura è stata riattiva unilateralmente, con addebito dei consumi del primo semestre». Sul contratto, denuncia Traina, «c’è una firma falsa. Abbiamo sporto anche querela contro l’Enel». E se per il momento dalla società che fornisce il servizio non sono più arrivate nuove fatture, l’esperto non canta ancora vittoria: «Dopo tutto quello che è successo, non so se è finita davvero». 

Negli ultimi anni «dedico il 90 per cento del mio impegno a vicende del genere». Circa un centinaio le segnalazioni di conguagli considerati eccessivi o di problemi con i controlli a campione dei contatori. «Di questi ultimi ne abbiamo diversi decine di casi – sospira Lucio Traina – i contatori vengono verificati a strascico e vengono emesse delle bollette con dei consumi che non sono nemmeno quelli stimati», denuncia il presidente dell’associazione. «Infatti dopo due o tre mesi i contatori vengono esaminati in laboratori e quelle fatture emesse in un primo momento vengono annullate e dall’Enel sono costretti a riaccreditare le somme». 

Un’altra storia risale al 2009 e riguarda un’utenza di Zafferana Etnea. Il proprietario era stato costretto a lasciare l’abitazione a seguito del terremoto del 2002. Tornato sette anni dopo, in fase del cambio del contatore dal vecchio modello a quello digitale, viene spostata una cifra nel consumo kilowattore che passa da 1700 a ben 17mila, con un incremento esponenziale delle cifre da dover pagare. L’ultimo caso, che è ancora in fase di definizione, riguarda una piccola abitazione a Niscemi, nel Nisseno. «Per una casetta di campagna con una sola lampadina è stata emessa una bolletta da 26mila euro, il consumo di un’industria a ciclo continuo», conclude con un pizzico di meraviglia Traina. 


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